Nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca grave, ovvero non più capace di pompare il sangue, le cellule staminali del midollo osseo sono in grado di ripararlo. Una volta prelevate dal midollo del paziente, le staminali, vengono coltivate in provetta e poi iniettate nel cuore del paziente con un intervento mini-invasivo di circa due ore. Al meeting annuale 2016 dell’American College of Cardiology sono stati resi noti i risultati della sperimentazione clinica senza precedenti e pubblicati sulla rivista Lancet. Nella sperimentazione, che ormai va avanti da anni ed è molto promettente perché lascia intravedere una alternativa terapeutica per pazienti dal cuore irrimediabilmente malato che ora possono sperare solo o in un trapianto o nell’uso di dispositivi di assistenza ventricolare, sono stati coinvolti 126 pazienti. Amit Patel dell’Università di Utah, coordinatore dello studio, ha portato a una riduzione globale del 37% degli eventi cardiaci (fatali e non) per i pazienti trattati con le staminali.
Le ridotte capacità del cuore di pompare il sangue viene definita insufficienza cardiaca; il paziente ha difficoltà a compiere sforzi fisici, problemi agli organi periferici dove arrivano meno ossigeno e nutrienti. Col tempo il cuore non ce la fa più e il paziente ha bisogno di un trapianto. Lo studio clinico che è stato condotto sembra offrire una alternativa terapeutica valida. Gli specialisti Usa hanno realizzato per ciascun paziente una “mappa” dei punti del cuore danneggiati; poi viene iniettato a parte del campione di staminali del midollo osseo. Fino a 12 mesi dall’intervento sono stati monitorati gli effetti della terapia. I pazienti trattati avevano un rischio ridotto del 37% di eventi cardiaci (decesso o ricoveri per la loro patologia) rispetto al gruppo trattato con placebo. Per verificare se la terapia migliora le capacità del cuore di pompare il sangue, serviranno studi su una casistica più ampia ma questi risultati suggeriscono che la terapia cellulare – di cui si parla da 15 anni – possa funzionare davvero.
FONTE ANSA