Arriva all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il pacemaker più piccolo al mondo. Si è concluso con successo, infatti, il primo impianto con tecnica mini-invasiva del sistema di stimolazione intracardiaco transcatere Micra Transcatheter Pacing System (TPS) di Medtronic.
Il dispositivo è stato applicato da Paolo De Filippo, Paola Ferrari e Fabrizio Giofrè dell’Unità di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione Cardiaca, a un uomo bergamasco di 75 anni il cui cuore batteva al rallentatore, causando episodi di perdita di conoscenza e a cui il pacemaker tradizionale già impiantato in precedenza aveva dovuto essere rimosso per lo sviluppo di un’infezione. I dispositivi tradizionali infatti prevedono l’inserimento di speciali cateteri nel muscolo cardiaco, circostanza che espone a un maggior rischio di sviluppare infezioni.
«Sono felice di affermare che l’impianto con questo particolare sistema di stimolazione cardiaca, eseguito nel nostro ospedale e per la prima volta in provincia, si è concluso con successo – afferma De Filippo, responsabile dell’Unità di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione Cardiaca -. Da oggi, grazie a questo intervento, il nostro paziente potrà tornare ad avere una normale frequenza cardiaca e non sarà più soggetto a svenimenti o a limitazioni, anche nella cura di altre patologie, a causa del rischio cardiaco».
Poco più grande di una pillola, un decimo della grandezza di un pacemaker convenzionale, il sistema di stimolazione intracardiaco transcatere Micra™ Transcatheter Pacing System (TPS) brevettato da Medtronic è una vera e propria cardiocapsula, pesa 2 grammi, misura poco più di 2 cm e ha una durata media di 12 anni. Viene impiantato direttamente nella cavità cardiaca attraverso la vena femorale e non prevede l’impianto di elettrodi di stimolazione. Una volta posizionato – il sistema viene ancorato al cuore attraverso piccoli ganci appositamente progettati -, emette impulsi elettrici in grado di regolarizzare il battito cardiaco attraverso un elettrodo posto sul dispositivo.
Grazie alla cardiocapsula, sono state superate una serie di problematiche legate al normale pacemaker monocamerale. A differenza delle tradizionali procedure, infatti, quella del Micra TPS, in virtù delle sue dimensioni estremamente ridotte e della tipologia di ancoraggio all’interno del cuore, non necessita di alcun filo o elettro-catetere di connessione. Inoltre, non richiede incisioni nel torace né la creazione di una tasca in sede sottocutanea, eliminando così il rischio di potenziali complicanze, soprattutto infettive, legate alla procedura tradizionale.
«Non si tratta di un intervento chirurgico vero e proprio. Si procede pungendo la vena femorale e si risale con un dispositivo che libera il pacemaker, lo si orienta nel ventricolo cercando la posizione più adatta e lo si rilascia nel sito d’ancoraggio. Questa procedura non provoca cicatrici ma solo una piccola incisione all’inguine. Inoltre, grazie alle dimensioni ridotte e all’assenza di elettrocateteri, risulta invisibile sul corpo del paziente», spiega Paola Ferrari.
L’Unità di Elettrofisiologia opera nell’ambito dell’Unità di Cardiologia – scompenso e trapianti di cuore diretta da Michele Senni, e si occupa sia di pazienti pediatrici sia, come in questo caso, di pazienti adulti o anziani affetti da anomalie elettriche cardiache.
Fonte: sito Ospedale Papa Giovanni XXIII