Robotica e Telemedicina sono apparse, per lungo tempo, argomento da romanzo di fantascienza. Oggi sono una realtà che vede come scenario privilegiato la sanità torinese e, nello specifico, la Cardiologia dell’ospedale Mauriziano.
Queste due frontiere dell’innovazione tecnologica sono stati i temi del convegno “ROBOTICA E TELEMEDICINA IN CARDIOLOGIA” che si tenuto oggi a Torino.
Organizzato dalla Cardiologia dell’ospedale Mauriziano (diretta dalla dottoressa Maria Rosa Conte) con il Politecnico di Torino, che ospita la giornata: un’indicazione della sinergia e della collaborazione interdisciplinare tra i due Enti per il raggiungimento dei risultati che saranno illustrati.
“La collaborazione con l’ospedale Mauriziano è significativa, perché da un lato le tecnologie più avanzate trovano sempre più applicazione nell’ambito delle scienze della vita; dall’altro le scienze cliniche e chirurgiche contribuiscono in modo sostanziale allo sviluppo delle tecnologie emergenti, robotica in primis, con ricadute anche al di fuori dell’ambito biomedico – affermano Marco Gilli, Rettore del Politecnico di Torino, e Silvio Falco, Direttore Generale A.O. Ordine Mauriziano Torino.”
L’Azienda Ospedaliera, insieme all’Istituto Superiore Mario Boella di Torino, in collaborazione con i Medici di Medicina Generale (FIMMG) e col finanziamento della Compagnia di San Paolo, sta sperimentando un monitoraggio a distanza di pazienti affetti da scompenso cardiaco allo scopo di valutare la fattibilità, il grado di soddisfazione di utenti ed operatori sanitari e l’impatto sullo stato di salute.
La telemedicina è arrivata nelle case di 40 torinesi
Grazie al progetto avviato un anno fa, alcuni pazienti cardiopatici selezionati da 9 medici di base dell’AslTo1, sono stati dotati delle attrezzature necessarie (misuratore di pressione e frequenza cardiaca, saturimetro, bilancia professionale) per eseguire quotidianamente un automonitoraggio. I dati, trasmessi attraverso un normale smartphone al medico ed all’ospedale, consentono di verificare in tempo reale variazioni significative suscettibili di ulteriori controlli o di adattamenti nella cura.
Per ora la sperimentazione, che continuerà ancora per un anno, ha dato risultati più che soddisfacenti: i pazienti, giovani ed anziani, hanno risposto positivamente e non si sono rilevate difficoltà nel procedimento né ritardi nell’invio delle informazioni. I soggetti dello studio hanno manifestato un maggiore senso di sicurezza e tranquillità, proprio grazie al quotidiano monitoraggio e controllo medico, anche se a distanza.
Quali sono i vantaggi più evidenti della Telemedicina?
Innanzitutto è importante ricordare che, secondo le previsioni, nel 2050 in Italia gli anziani costituiranno il 34% del totale (18 milioni di persone) con una spesa che assorbirà il 30% delle risorse sanitarie. “La medicina si caratterizza oggi per standard molto elevati con costi che, tuttavia, rischiano di rendere critica la loro sostenibilità economica – afferma Stefano Grossi – Solo l’utilizzo diffuso di soluzioni tecnologiche innovative consentirà di mantenere e migliorare l’assistenza medica”. La Telemedicina si realizza attraverso l’applicazione di tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni alla pratica clinica, trasmettendo informazioni tra paziente, medico ed altre figure professionali coinvolte nell’erogazione dei servizi.
Un esempio pratico: da casa propria un paziente anziano può inviare al medico i suoi valori di pressione arteriosa o glicemia, ricevere una risposta ed una variazione di terapia che raggiunga, sotto forma di ricetta telematica, anche la farmacia, la quale potrebbe provvedere alla consegna del farmaco a domicilio. Analoga procedura può interessare anche il paziente più giovane che così eviterà di perdere ore di lavoro.
La strumentazione necessaria è disponibile a costi ragionevoli. Inoltre si abbatterebbero le spese di frequenti, e spesso immotivati, ricorsi all’ambulatorio o al pronto soccorso degli ospedali e delle conseguenti indagini diagnostiche. “Un monitoraggio costante a distanza e la messa in atto di provvedimenti tempestivi – conclude Stefano Grossi – migliora lo stato di salute e riduce fino al 20% i ricoveri ospedalieri in pazienti affetti da patologie croniche”.
Questi i motivi che spingono a sperare in una pianificazione della gestione, da parte delle istituzioni, per proseguire lungo questa strada.
Il robot che cura le aritmie cardiache
Illustrati anche i risultati di un’altra importante rivoluzione messa a segno dalla Cardiologia del Mauriziano. Come è noto, la robotica ha un ruolo sempre più rilevante nel compimento di procedure chirurgiche o interventistiche. Al Mauriziano è in uso un sofisticato sistema robotizzato, in grado di trattare le aritmie cardiache che costituiscono una seria minaccia per la vita del paziente.
“Il Robot Stereotaxis consente di identificare e raggiungere parti del cuore proibitive per l’occhio e la mano del chirurgo, – spiega il dottor Grossi – così da eseguire, con precisione millimetrica, movimenti pur sempre guidati dall’uomo”.
Con il sistema presente presso la sala di elettrofisiologia del Mauriziano, acquistato con il contributo della Compagnia di San Paolo e recentemente aggiornato allo scopo di migliorarne l’efficacia e la sicurezza, sono già stati effettuati 500 interventi di ablazione. L’ablazione, ossia la distruzione del tessuto cardiaco malato che determina l’aritmia, è una pratica che consente al paziente, nella maggior parte dei casi, di abbandonare la cura farmacologica.
Questo Robot costituisce anche un esempio avanzato di telemedicina: è, infatti, in grado di connettersi a distanza e di essere guidato in remoto.
Fonte: www.mauriziano.it