Dopo la notizia, diffusa ieri, sulla tragica morte della neonata di 28 giorni, a causa della pertosse, interviene stamani l’Assessore Regionale alla Sanità Sergio Venturi con un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, nella quale evidenzia la necessità di rimettere al centro la questione delle vaccinazioni.
Non possiamo stare fermi, non possiamo assistere a un calo così prolungato nel tempo del numero dei bambini vaccinati, che mette a rischio la salute di tutti. Dobbiamo agire con altri provvedimenti rispetto alla semplice sensibilizzazione, e non capisco perché si sia smesso di segnalare alla procura dei minori le famiglie che non vaccinavano i propri figli.
Sono allarmanti i dati dell’andamento delle vaccinazioni in Italia ed in particolare in Emilia Romagna, tali da spingere l’Assessore a dire che porterà all’attenzione della Giunta Regionale “i numeri di una sconfitta della sanità emiliana”. Numeri che vedono una costante diminuzione del numero dei bambini vaccinati ed il riaffacciarsi di malattie infettive pressoché scomparse, tra cui appunto la pertosse e che richiedono la necessità di riattivare la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni per “inadempienza alle vaccinazioni d’obbligo” (segnalazione tolta con una delibera regionale nel 2013).
Un atteggiamento che condividiamo ma che come operatori sanitari sappiamo bene non basterà, da solo, a convincere quelle fasce, sempre più estese , di cittadini riluttanti ad aderire a pratiche sanitarie che ritengono estranee al loro stile di vita e, in alcuni casi, pericolose per la propria salute e a quella dei loro figli.
Senza voler insegnare niente a nessuno vogliamo sottolineare come il calo così prolungato nel tempo del numero dei bambini vaccinati sia un fenomeno complesso (come tutti i fenomeni che riguardano la salute, la sua percezione e la modifica dei relativi comportamenti) che andrebbe affrontato da chi governa il Servizio Sanitario Regionale ripensando prima di tutto i servizi offerti ai cittadini e la loro organizzazione, realizzando cioè a quella “medicina di iniziativa” di cui tanto si parla nei documenti di programmazione regionale e….. solo dopo esercitando la coercizione.