La Mostra Storica dell’Assistenza Infermieristica – MOSAI – cambia casa e a partire dall’8 ottobre si trasferisce a Budrio in Via Zenzalino Sud n. 2. Promossa dalla vicepresidente di OPI Bologna, Maria Cristina Pirazzini, questa iniziativa trova ora spazio in un contesto più ampio, adatto ad accogliere la ricca esposizione.
MOSAI è il primo museo in Italia dedicato ai cambiamenti sociali e ambientali nell’assistenza infermieristica, dal periodo post-Seconda guerra mondiale fino agli anni ’80. Inaugurato nel 2000 in occasione della nomina di Bologna come Capitale Europea della Cultura, il museo trovava inizialmente sede presso l’Istituto di Ricerca Codivilla-Putti, parte dell’Istituto Ortopedico Rizzoli. Qui sono stati raccolti e conservati presidi, documenti e testimonianze provenienti da ex ospedali, scuole infermieristiche e collezioni private, grazie alla collaborazione tra enti pubblici e privati di Bologna e provincia.
Nell’agosto del 2007, per mancanza di spazio, il museo venne smantellato e il materiale conservato in un magazzino. Tuttavia, nel 2020, grazie ad un accordo tra l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bologna il materiale è stato ricollocato presso i locali di Via Zaccherini Alvisi, prima del suo ulteriore trasferimento a Budrio.
La ricchezza della nuova esposizione a Budrio
La nuova sede permette di “rivivere” ambienti assistenziali storici, come un’unità di degenza ortopedica con arredi ottocenteschi e attrezzature per la trazione delle fratture e il confezionamento di apparecchi gessati, nonché materiali per la riabilitazione.
All’interno di questo spazio espositivo è presente, inoltre, un setting dedicato alla psichiatrica – con un antico lettino di contenzione, alcune camice di forza e fasce di contenzione ma anche un apparecchio per elettroshock ed una sezione ostetrico-ginecologica e una pediatrica. In più, per questa esposizione, è stata aggiunta una parte dedicata alla storia di Bologna Soccorso e alla nascita del 118.
MOSAI racconta l’evoluzione dell’assistenza infermieristica e della tecnologica, un progresso evidenziato dal mutamento dei materiali utilizzati nelle diverse epoche: dal vetro (o ceramica o metallo) di presidi, alla plastica fino al cartone dei materiali monouso usati tutt’oggi. Tra i pezzi più significativi, a testimonianza di questa importante evoluzione tecnologica, a Budrio sarà possibile trovare un’articolata collezione di siringhe che include un raro esemplare della siringa di Jubé, usata per le trasfusioni di sangue tra donatore e ricevente.
