Il Coordinamento Regionale e la Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche sostengono la proposta dell’Assessorato alla Salute della Regione Emilia-Romagna per la modifica della Legge regionale 29/2004 con l’obiettivo di valorizzare le professioni sanitarie.
Attualmente la direzione strategica delle Aziende sanitarie è composta dal Direttore generale affiancato dai Direttori sanitario, sociosanitario e amministrativo. Grazie alla proposta attualmente allo studio a questi ultimi si unirebbe il Direttore assistenziale, come già avviene per altro in diverse realtà regionali e italiane anche da diversi anni.
Il Direttore Assistenziale partecipa insieme agli altri Direttori al perseguimento degli obiettivi aziendali e alla mission dell’Azienda definendo delle strategie di governo delle Professioni sanitarie che rappresentano nella Regione l’82% circa del personale dipendente e che ha la responsabilità dell’assistenza non solo nelle strutture ospedaliere, ma anche nei contesti territoriali e domiciliari in un momento nel quale la presa in carico dei bisogni di salute dei cittadini e l’educazione alla salute ricoprono un ruolo fondamentale nella gestione dell’emergenza pandemica e del piano vaccinale .
L’organizzazione proposta permette di organizzare le risorse assistenziali e le loro potenzialità, a servizio dei bisogni assistenziali della popolazione. Si aggiunge così una nuova opportunità per i cittadini e per i professionisti che per il loro mandato professionale sono i più vicini a dove nasce il bisogno assistenziale, sempre presente con la nuova epidemiologia della popolazione, ma che si è dimostrato primario anche nella pandemia e la capacità di gestirla da parte di professionisti competenti, ha spesso fatto la differenza in termini di maggior possibilità e appropriatezza di risposta.
Inserire le professioni infermieristiche a pieno titolo nella direzione strategica aziendale potrà rafforzare la governance dei processi organizzativi, garantendo una più compiuta visione d’insieme, capace di valorizzare tutte le professionalità presenti, generando una maggior capacità di rispondere ai bisogni dei cittadini.
Un’iniziativa questa che indubbiamente sarebbe il caso di confermare anche a livello nazionale, su iniziativa proprio delle stesse Regioni.