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Scuola, “9000 infermieri anti-Covid”: il piano della Fnopi per il rientro sui banchi

Scuola, “9000 infermieri anti-Covid”: il piano della Fnopi per il rientro sui banchi

Scuola, “9000 infermieri anti-Covid”: il piano della Fnopi per il rientro sui banchi
| lunedì 31 Agosto 2020

Novemila infermieri scolastici, uno per ogni plesso, per verificare la corretta applicazione delle misure anti-Covid, ma anche la salute e i bisogni assistenziali degli alunni e del personale docente. È questa la proposta della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) per il rientro nelle classi

anticovidfnopi

La funzione dei 9mila infermieri è quella di allertare e attivare in caso di necessità il medico del dipartimento di prevenzione cui il plesso scolastico fa riferimento. Gli infermieri anti-Covid funzionerebbero quindi da contatto diretto con il dirigente scolastico o un suo incaricato (referente scolastico per Covid-19). Secondo la proposta della Fnopi si tratterebbe di infermieri in azione diretta, e non solo su chiamata. La Federazione Nazionale sottolinea che questo tipo di infermiere di fatto c’è già, ed è l’infermiere di famiglia e comunità.

“La nostra Federazione assicura la massima collaborazione alle istituzioni per consentire una riapertura in sicurezza delle scuole”, ha affermato la presidente di Fnopi, Barbara Mangiacavalli “L’infermiere scolastico – ha spiegato la presidente – promuove la salute e aiuta gli individui ad avere i mezzi e le conoscenze per un maggior controllo sul loro livello di salute. Avere un professionista infermiere a scuola garantisce il rispetto dei diritti di tutela alla salute e diritto allo studio. Inoltre l’infermiere scolastico trasmette una maggiore sicurezza ai genitori che vedono preso in carico globalmente il proprio figlio e si riduce l’assenteismo dovuto alla somministrazione delle terapie”. La funzione dell’infermiere scolastico così organizzato, sottolinea ancora Fnopi, non è un nuovo ruolo da inserire, ma una componente di quello dell’infermiere di famiglia e comunità. La figura è stata introdotta dal Patto per la Salute e dal decreto Rilancio, “proprio per la caratteristica di ‘comunità’ ricoperta dalle scuole”.
Oltre all’assistenza, l’infermiere di famiglia e comunità coordina e supervisiona le persone che fanno parte della rete assistenziale della comunità.
Inoltre, opera in sinergia con le organizzazioni, i medici di medicina generale e gli altri professionisti, così come con il personale che si occupa dei servizi socioassistenziali e con il volontariato. E’ a tutti gli effetti un infermiere attivo nel territorio, responsabile di progettare e attivare iniziative di promozione della salute, applicare strategie e metodi educativi a gruppi di persone per il miglioramento di abitudini e stili di vita, e per l’empowerment dei cittadini.

Fonte FNOPI

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