BOLOGNA (DIRE) – L’infertilità continua ad aumentare in Italia. Ogni anno, oltre 100.000 persone si rivolgono ai centri specializzati per i trattamenti. Patologie (come l’endometriosi nelle donne), infezioni, fattori genetici e inquinamento (soprattutto per gli uomini) sono le cause principali. Ma il motivo determinante è arrivare sempre più in là negli anni a fare figli. Il punto della situazione è stato fatto oggi a Bologna da Sismer, il centro di studi sulla medicina della riproduzione, con un workshop dedicato agli esperti del settore. Oltre 60 i presenti, provenienti da ospedali e Università di tutta Italia, per trovare possibili soluzioni e risposte migliori da dare a una platea sempre più vasta di pazienti.
“Il problema dell’infertilità è in aumento– spiega Luca Gianaroli, direttore scientifico Sismer- oltre 100.000 persone si rivolgono fanno trattamenti ogni anno. La causa principale è il fatto di fare figli sempre più tardi. L’allungamento della vita non ha portato a un allungamento dell’età riproduttiva”. Oggi l’età media del primo parto “è arrivata a 32 anni– segnala ancora Gianaroli- contro i 27 di 30 anni fa. Il 40% delle donne che si rivolgono a noi per questi problemi ha più di 40 anni”.
Negli ultimi 20 anni l’infertilità è raddoppiata, afferma la Sismer, e il problema riguarda allo stesso modo sia le donne che gli uomini, al 40% ciascuno, mentre il 20% dei casi è riconducibile a problemi di coppia. La Sismer stima che una coppia su cinque abbia difficoltà a procreare per vie naturali, ma solo il 56% chiede un aiuto medico. Per bypassare il problema, sempre più coppie ricorrono alla fecondazione assistita. “Oggi una donna su 30 partorisce con queste tecniche di concepimento“, afferma Gianaroli.
Una coppia su quattro che intraprende il percorso di procreazione assistita ottiene una gravidanza e “il 70% delle donne con meno di 38 anni partorisce entro tre tentativi”, sottolinea il direttore Sismer. Che aggiunge: “Secondo i dati Istat in un anno sono nati 20.000 bambini in meno in Italia. Se contiamo che 15.000 parti ogni anno avvengono grazie il procreazione assistita, senza queste tecniche il problema sarebbe maggiore”.
Per le donne, una delle cause più frequenti di infertilità è l’endometriosi, che di cui in Italia soffrono circa tre milioni di persone ed è alla base delle difficoltà ad avere figli nel 30-40% delle donne colpite. Ci sono poi malattie sessualmente trasmissibili come clamidia, gonorrea e papilloma virus, le cisti ovariche, fattori esterni come l’inquinamento e stili di vita: dai problemi di alimentazione al consumo di alcol, fino al fumo, all’origine del 13% dei casi di infertilità.
Per quanto riguarda gli uomini, invece, i problemi principali sono l’assenza di spermatozoi nel liquido seminale e il varicocele, entrambi alla base del 10-20% dei casi di infertilità maschile. Tra le cause figurano anche stili di vita poco sani, dai problemi di alimentazione (12% dei casi) al consumo di alcol e droghe, fino al fumo, che causa la riduzione del 20% di spermatozoi. Si stima che negli ultimi 50 anni il numero degli spermatozoi maschili si sia dimezzato. Gli uomini in particolare subiscono gli effetti dell’inquinamento. “Non dobbiamo pensare solo allo smog o ai gas serra- avverte Gianaroli- pericolosi sono anche i bisfenoli contenuti nella plastica delle bottiglie d’acqua. Bastano 48 ore al caldo o sotto il sole e la plastica rilasciano sostanze tossiche che incidono sulla fertilità maschile”.
Fonte: www.dire.it