Migliorare la vista e la percezione dei movimenti mettendo ‘mano’ alle connessioni dei neuroni nel cervello. E’ il tentativo che ha fatto un gruppo di ricercatori dell’Alma Mater di Bologna, grazie a una nuova tecnica non invasiva. Lo studio, pubblicato sulla rivista ‘Current biology’, descrive un protocollo di neurostimolazione in grado di modificare con una precisione senza precedenti le connessioni neurali responsabili dell’apprendimento di compiti specifici, lasciando inalterati i collegamenti limitrofi. In particolare, sono state coinvolte 16 persone su cui è stata sperimentata questa nuova tecnica (chiamata ‘stimolazione associativa appaiata cortico-corticale’) per migliorare il funzionamento del sistema visivo per quanto riguarda la percezione del movimento e degli stimoli.
“Utilizzando questa nuova tecnica- racconta Alessio Avenanti, uno dei coordinatori dello studio, in una nota diffusa dall’Ateneo- siamo stati in grado di ricalibrare per alcuni minuti il sistema visivo dei soggetti coinvolti, rendendoli capaci di percepire meglio una specifica direzione del movimento”. In sostanza, “abbiamo aumentato l’efficienza delle loro connessioni cerebrali agendo con la precisione di un bisturi, ma in modo non invasivo”. Il cervello umano è composto da circa 100 miliardi di neuroni che, collegati tra loro, ci permettono di compiere tutte le attività che siamo in grado di eseguire, dalle più elementari alle più complesse. Queste reti neurali non sono però fisse. Anzi, è proprio la loro alta flessibilità che permette di apprendere nuovi compiti: più l’attività da imparare è complessa, più le connessioni tra neuroni subiscono una modifica profonda.
I ricercatori dell’Alma Mater di Bologna sono partiti da una tecnica chiamata ‘stimolazione magnetica transcranica’che, grazie a una bobina posizionata vicino alla testa, permette di creare uncampo magnetico in grado di attivare specifiche aree cerebrali. Questa tecnica non è invasiva e viene molto utilizzata, sia per ricerca sia in ambito clinico e riabilitativo. Ma ha un grosso limite: la stimolazione non è precisa. Di conseguenza attiva un gran numero di neuroni, il che rende di fatto impossibile stimolare specifiche aree del cervello in modo selettivo. Per questo, i ricercatori di Bologna hanno modificato la tecnica utilizzando coppie di stimolazioni magnetiche, in modo da mimare la direzione e il tempo di comunicazione tra due aree cerebrali. In un esperimento precedente, con questa stimolazione appaiata gli scienziati erano già riusciti a dimostrare che è possibile migliorare la capacità di percezione visiva, ma generalizzata a movimenti in qualsiasi direzione. Col nuovo studio, si è cercato invece di dare una direzione specifica. Ai 16 soggetti, spiega Emilio Chiappini, dottorando e primo autore dello studio, è stata sottoposta una serie di stimoli in movimento verso destra o verso sinistra. Con la nuova tecnica, poi, sono state stimolate le due aree cerebrali coinvolte dal sistema visivo, rilevando un rafforzamento delle connessioni tra neuroni e quindi un miglioramento della capacità di percepire movimenti in una singola direzione. In campo clinico e riabilitativo, le ricadute possono essere importante. “L’applicazione di questa nuova tecnica può essere allargata- spiega il ricercatore Vincenzo Romei – in particolare, abbiamo intenzione di lavorare su casi legati all’invecchiamento e su alcuni disturbi neurologici”.
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