Il documento regionale sui Vaccini è un atto di civiltà e di doverosa tutela verso i pazienti più fragili, nonché una protezione utile per gli operatori sanitari
“Il documento regionale che introduce, per operatori sanitari in settori a rischio, l’obbligo di dimostrare la loro immunizzazione nei confronti di morbillo, parotite, rosolia e varicella è un passo importantissimo che porterà ad un grande miglioramento della qualità di Cura – afferma Francesca Testoni, responsabile di AGEOP, associazione che dal 1982 opera all’interno del Reparto Lalla Seràgnoli del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna – questa norma introduce finalmente un sistema di tutela che sancisce una garanzia fondamentale per i pazienti più fragili e si riflette positivamente sugli operatori sanitari. Come associazione genitori di Oncoematologia Pediatrica non possiamo che essere d’accordo. Più volte abbiamo sottolineato l’importanza di questa decisione che adesso arriva e quindi ringraziamo l’assessore Sergio Venturi”.
“E’ drammatico come medico – aggiunge il professor Andrea Pession, direttore dell’UO Pediatria del Policlinico S. Orsola – pensare che sia necessaria una legge per convincere i colleghi a vaccinarsi. L’immunizzazione degli operatori sanitari nei confronti di malattie come il morbillo o la varicella è fondamentale per tutelare la vita dei pazienti più fragili ma, stante i dati forniti, la scelta della Regione E R d’introdurre l’obbligo, almeno per chi lavora nei reparti più a rischio diventa assolutamente indispensabile”.
“Sono moltissimi i bambini con patologie oncologiche – sottolinea il dottor Arcangelo Prete, responsabile UO Oncologia, Ematologia e Trapianto di cellule staminali del Policlinico S.Orsola – che hanno un sistema immunitario debole o affatto funzionante e non possono essere vaccinati.
Il rischio, per loro, diventa ancora più grave se sono stati, o sono, sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Quando indossiamo la cintura di sicurezza chiamata “vaccino”, allacciamo anche la cintura di sicurezza a 1500 bambini che ogni anno ammalano di tumore e a 600 bambini che ogni anno ricevono un trapianto di cellule staminali emopoietiche”.
“Pensare che un medico o un infermiere possa assistere un bambino malato di cancro o leucemia – riprende Testoni – senza preoccuparsi del rischio di trasmettergli malattie come il morbillo è di per sé terribile con questo documento, arriva per noi genitori una rassicurazione fondamentale. Riteniamo, infatti, che a tutti coloro che entrano nelle camere dove i bambini lottano per la vita, compresi gli addetti alle pulizie, dovrebbe essere richiesta l’immunizzazione dalle malattie previste nel decreto.
Un conto infatti è dover difendere i propri figli da altri genitori presi nelle maglie della disinformazione (situazione che resta comunque per noi grave e che va combattuta con una comunicazione efficace e una buona divulgazione della cultura scientifica), ma correre rischi nei luoghi di cura ad alta specializzazione, e da chi dovrebbe aver studiato per mettere la propria vita al servizio della scienza e dei pazienti è paradossale.
Si leggono posizioni di esponenti politici e addirittura di sindacati dei medici – conclude Testoni – favorevoli ai vaccini (ci mancherebbe!) ma non all’obbligo. Con queste posizioni chi si tutela? I pazienti? Il personale sanitario? Quale arbitrio si vuol difendere? La libertà di un medico, che ha in cura nostro figlio malato di cancro o leucemia, di contagiarlo con il morbillo quando è debole e immunodepresso e quindi di ucciderlo?
Siamo molto preoccupati per le posizioni irresponsabili che legittimano una dilagante cultura anti-scientifica e regalano assist agli antivaccinisti. Basta alle strumentalizzazioni politiche per essere contro a prescindere, in nome di una libertà che non contempla quella degli altri, in particolare dei più deboli che in questo caso sono i nostri figli”.
Fonte comunicato stampa AGEOP
www.ageop.org