Chi l’ha detto che sport e diabete sono due mondi inconciliabili? Tutt’altro. Eppure secondo i dati Istat –dei 4 milioni di diabetici in Italia- la maggioranza delle persone con la malattia over 45 (il 64%) non pratica alcuna attività fisica e uno su quattro è obeso (il 26%). Una tendenza da invertire al più presto come testimonia la creazione della campagna «Diabete: LIBERI di vincerlo – Alleniamoci a farlo!» promossa dall’Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici (A.N.I.A.D.) e Federazione Italiana Rugby (F.I.R.). Un unico messaggio: il diabete non ostacola in alcun modo le varie possibilità offerte quotidianamente dalla vita, va soltanto controllato attentamente.
Il diabete giovanile (di tipo 1) è una patologia che colpisce prevalentemente i giovani. Secondo le ultime statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a soffrirne sarebbe circa il 3% della popolazione mondiale.
A differenza di quello di tipo 2, di gran lunga più diffuso e associato a scorretti stili di vita, quello giovanile appartiene alla categorie delle malattie autoimmuni. Le persone che ne soffrono subiscono la progressiva distruzione, ad opera del proprio sistema immunitario, delle cellule del pancreas che producono l’insulina. Ecco perché i malati sono costretti, per tutta la vita, ad assumere questo ormone per abbassare i livelli di glucosio nel sangue.
Diverso è il discorso per quanto riguarda il diabete non insulino-dipendente, tipico dell’età più avanzata e delle persone con peso in eccesso. In questi casi il problema principale è l’incapacità delle cellule di immagazzinare glucosio nonostante la presenza dell’insulina.
Il diabete non limita le prestazioni sportive
«I diabetici che praticano attività sportive sono sempre più numerosi con performance che non hanno nulla da invidiare ai non diabetici –spiega il professor Gerardo Corigliano, Fondatore e Past President A.N.I.A.D. – Naturalmente è importante rispettare alcuni accorgimenti e controllare sempre i valori della glicemia prima, durante (se l’allenamento è molto lungo) e dopo l’esercizio fisico. In collaborazione con il proprio diabetologo, è possibile mettere a punto il programma insulinico e alimentare più adatto e imparare a migliorare la capacità di autocontrollo della malattia, anche attraverso i nuovi sistemi di monitoraggio della glicemia sempre più hi-tech».
Lo sport come strumento di integrazione
Se lo sport è fondamentale per il controllo della glicemia –in particolare nel caso del diabete di tipo 2- ciò non significa che l’attività fisica di buon livello non sia possibile in chi soffre di diabete già dall’infanzia. Tutt’altro.
«Siamo convinti –spiega Marcello Grussu, Presidente Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici- che anche attraverso lo sport si completa la piena integrazione della persona con diabete nel contesto sociale. Gli atleti diabetici possono ricavare importanti benefici per la propria salute e, attraverso il loro esempio, possono svolgere un ruolo importante nell’incoraggiare tutta la popolazione a fare più esercizio fisico».
Al via la campagna di sensibilizzazione
Per avvicinare maggiormente le persone con diabete alla pratica sportiva in occasione del Test Match di Rugby Italia vs Argentina di sabato scorso A.N.I.A.D. e F.I.R. hanno presentano la campagna «Diabete: LIBERI di vincerlo – Alleniamoci a farlo!», l’iniziativa di sensibilizzazione che nasce dalla certezza che il diabete non deve essere considerato un limite nella pratica di un’attività sportiva e in generale nella vita. Nei prossimi mesi la campagna arriverà in alcune piazze italiane per avvicinare alla pratica sportiva le persone con diabete. Tutte le informazioni su www.aniad.org.
Il vademecum dello sportivo con diabete
Attenzione però a pensare che ogni sport sia uguale. Ecco il decalogo elaborato dagli esperti A.N.I.A.D. per praticare attività fisica in tutta sicurezza.
1. Tutte le persone con diabete dovrebbero praticare attività fisica come parte integrante della gestione del controllo glicemico/metabolico e della salute in generale.
2. Il programma di attività fisica deve essere iniziato con prudenza e proseguire con graduali aumenti.
3. Sono raccomandati gli sport aerobici (jogging, corsa lenta, sci di fondo, nuoto, ciclismo, danza aerobica, pattinaggio) e anche gli sport di squadra (calcio, basket, pallavolo, ecc.) che sono aerobici-anaerobici alternati.
4. Si consiglia l’esercizio quotidiano, o almeno non lasciare trascorrere più di due giorni consecutivi tra le sessioni di esercizio, per migliorare l’azione dell’insulina.
5. Gli adulti con diabete tipo 2 dovrebbero eseguire sia l’allenamento aerobico sia l’esercizio di resistenza per ottenere risultati glicemici ottimali e un buono stato di salute.
6. I giovani e gli adulti con diabete tipo 1 possono praticare attività fisica e l’attività dovrebbe essere raccomandata a tutti, in questo caso le risposte della glicemia sono altamente variabili in base al tipo di attività e durata e richiedono differenti regolazioni.
7. I bimbi con diabete possono svolgere quasi tutte le attività motorie e l’attività dovrebbe essere raccomandata a tutti, in base alle loro preferenze e caratteristiche fisiche e al livello di abilità sviluppato.
8. Donne incinte con o a rischio di diabete gestazionale dovrebbero effettuare 20-30 minuti di esercizio di moderata intensità nella maggior parte o in tutti i giorni della settimana.
9. In caso di terapia con insulina e anti-diabetici orali controllare sempre la glicemia prima e dopo l’esercizio fisico e, se l’allenamento è lungo, anche durante.
10. Regolare l’alimentazione e la terapia insulinica in funzione dell’intensità e della durata dell’allenamento previsto, in accordo con il diabetologo.
FONTE LA STAMPA