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World drug report: torna a crescere la produzione di cocaina e eroina

World drug report: torna a crescere la produzione di cocaina e eroina

World drug report: torna a crescere la produzione di cocaina e eroina
| mercoledì 19 Luglio 2017

Presentato il nuovo rapporto dell’Ufficio delle nazioni unite contro la droga e il crimine. Almeno 190 mila i morti, per la maggior parte evitabili, ma cresce la preoccupazione sul ruolo del terrorismo nel narcotraffico

ROMA – Torna a crescere la produzione mondiale di cocaina e il consumo tra Nord America e Europa, aumentano le coltivazioni e i sequestri di oppiacei, ma a preoccupare non è più soltanto il crescente rischio per la salute dovuto all’uso di stupefacenti, ma anche i proventi del narcotraffico incassati dal terrorismo. E’ quanto afferma il World Drug Report pubblicato oggi dall’Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine (Unodc).

“Il report mostra come la produzione di cocaina e di oppiacei stia aumentando. Queste droghe rappresentano le sostanze che maggiormente destano preoccupazione”, spiega Yuri Fedotov, direttore esecutivo dell’Unodc, nella prefazione del rapporto, mentre in tutto il mondo si contano almeno 190 mila morti “evitabili per la maggior parte dei casi” per droga. “Nella maggior parte dei casi il decesso è attribuibile all’utilizzo di oppiacei, ma il terribile impatto dell’uso delle droghe sulla salute è correlato anche a Hiv, epatite e tubercolosi”.

Secondo il rapporto, circa il 5 per cento della popolazione adulta in tutto il mondo ha usato droghe almeno una volta nel 2015, con una stima che va dai 200 milioni di persone a 351 milioni. Ancora più preoccupante, però, sono i dati di quanti soffrono di disturbi legati all’uso delle sostanze stupefacenti: 29,5 milioni di persone, pari allo 0,6 per cento della popolazione adulta mondiale, soffrono a tal punto da avere bisogno di un trattamento. Sono 12 milioni, inoltre, le persone che in tutto il mondo iniettano droghe per endovena, di cui uno su otto (1,6 milioni) vivono con l’Hiv e più della metà (6,1 milioni) ha l’epatite C. Complessivamente, l’entità del danno causato è stimato in una perdita di 28 milioni di anni di vita sana solo nel 2015, sia a causa di una morte prematura o di disabilità causata dall’uso delle sostanze stupefacenti.

E’ l’espansione del mercato mondiale della cocaina uno degli aspetti più preoccupanti registrati dal report 2017. “A seguito di un declino a lungo termine – spiega il rapporto -, la coltivazione delle foglie di coca è aumentata del 30 per cento nel periodo 2013-2015, principalmente a causa della crescente coltivazione in Colombia. La produzione di cloruro di cocaina puro ha raggiunto 1.125 tonnellate nel 2015, con un aumento complessivo del 25 per cento rispetto al 2013”. Insieme alla produzione, crescono anche i sequestri, aumentati del 30 per cento nel 2015 e arrivati a quota 864 tonnellate. Un aumento registrato sia in Nord America (del 40 per cento circa), che in Europa (del 35 per cento). Stessi trend per i consumi nei due mercati più importanti per la cocaina. In primo luogo in Nord America, dove dopo diversi anni di declino, ci sono indizi di un aumento dell’uso. Secondo il rapporto “i casi di overdose da cocaina sono aumentati notevolmente negli Stati uniti tra il 2012 e il 2015. Gran parte di tale aumento è tuttavia legato all’uso di cocaina in combinazione con gli oppiacei”. Poi in Europa, dove “sono stati registrati primi segnali di incremento del consumo di cocaina – spiega il rapporto -, secondo quanto riportato dalle analisi delle acque reflue, con un incremento del 30 per cento o più nel periodo 2011-2016”. Complessivamente, secondo il report, sono circa 17,1 milioni gli utilizzatori globali di cocaina.

Ancora una volta sono gli oppiacei, però, le sostanze che causano più danni alla salute. Un problema che negli ultimi tempi sta diventando sempre più evidente negli Stati uniti. “L’abuso di farmaci oppioidi, accoppiato ad un aumento dell’uso di eroina e di fentanil, ha determinato un’epidemia negli Stati uniti – spiega il report -, nonché un aumento della morbilità e della mortalità legate agli oppiacei”. Secondo lo studio, negli Stati uniti si conta “circa un quarto del numero stimato di morti per droga in tutto il mondo – aggiunge -, inclusi i decessi per overdose, che continuano ad aumentare. Le morti di overdose negli Stati Uniti sono più che triplicate nel periodo 1999-2015, passando da 16.849 a 52.404 annui e aumentate dell’11,4 per cento solo nell’ultimo anno fino a raggiungere il livello più alto mai registrato”. A livello globale, però, non si notano scossoni significativi sui numeri degli utilizzatori. Sono circa lo 0,4 per cento della popolazione mondiale tra i 15-64 anni e anche se di poco “il numero globale di utilizzatori di oppiacei (oppio, morfina e eroina) continua ad aumentare: da 17,3 milioni nel 2014 a 17,7 milioni nel 2015”.

Più marcata è invece l’aumento della produzione mondiale. Secondo il World Drug Report, nel 2016, la produzione di oppio è aumentata di un terzo rispetto all’anno precedente. “Sebbene ci sia anche un aumento della dimensione dell’area di coltivazione del papavero, il principale aumento della produzione di oppio è stato principalmente il risultato di un miglioramento delle rese di papavero di oppio in Afghanistan rispetto all’anno precedente – spiega il report -. A 6.380 tonnellate, tuttavia, la produzione mondiale di oppio è ancora di circa il 20 per cento inferiore al suo picco nel 2014”. Stabili i sequestri sia di oppio che di eroina, mentre per il Nord America ancora una volta la storia cambia, dove i quantitativi sequestrati sono aumentati notevolmente nel 2015.

Resta la cannabis la sostanza stupefacente più diffusa al mondo, con un una prevalenza dell’uso nell’ultimo anno del 3,8 per cento della popolazione adulta, cioè circa 183 milioni di persone. “L’uso di cannabis è aumentato in alcune parti del Nord e del Sud America – spiega il report -, mentre il suo utilizzo sta diminuendo o stabilizzando in alcune parti d’Europa”. Al secondo posto, tra le sostanze più utilizzate al mondo, ci sono le amfetamine con circa di 35 milioni di utilizzatori. Non meno preoccupante è il mercato delle nuove sostanze psicoattive che secondo il rapporto continua ad evolversi e a crescere. Tra il 2009 e il 2016, sono 106 i paesi che hanno segnalato 739 diverse nuove sostanze. Infine, anche il mercato dell’ecstasy è “cresciuto in complessità e la varietà di prodotti”, spiega il report. Anche in questo caso, crescono i sequestri. Sono oltre 20 le tonnellate di nuove sostanze psicoattive sequestrate nel 2015, mentre i sequestri di stimolanti di tipo amfetamico sono raddoppiati negli ultimi cinque anni raggiungendo le 191 tonnellate nel 2015.

In crescita l’azione delle forze dell’ordine, anche grazie ai miglioramenti registrati negli ultimi anni sul fronte della cooperazione internazionale. Secondo il rapporto, il tasso globale di intercettazioni di cocaina è aumentato tra il 45 e il 55 per cento nel 2015, raggiungendo livelli record, mentre il tasso di intercettazione degli oppiacei è aumentato dal 9-13 per cento nel periodo 1980-1997, al 23-32 per cento nel periodo 2009-2015. Tuttavia, le droghe continuano a rappresentare una delle principali fonti di reddito per le reti di criminalità organizzata, ma i modelli di business stanno cambiando, specifica il report, soprattutto grazie alle nuove tecnologie.“Circa il 30 per cento dei proventi delle vendite di cocaina a livello mondiale è stato riciclato all’estero nel 2009”, spiega il report, ma non è solo la criminalità a sfruttare il mercato degli stupefacenti. Nel mirino ci sono anche le reti terroristiche.

È accertato che ci sono terroristi e gruppi armati che beneficiano del traffico di droga – afferma Fedotov -. Da alcune stime, fino all’85 per cento della coltivazione del papavero da oppio in Afghanistan è coltivato sul territorio sotto l’influenza dei talebani”. Secondo il rapporto, infine, “i gruppi armati hanno raccolto circa 150 milioni di dollari nel 2016 sotto forma di tasse sulle coltivazioni e dal traffico stesso di oppiacei”. Il gettito proveniente dal traffico di droga, però, può essere ancora più importante. Il Security Council Committee, infatti, ha stimato il reddito annuale complessivo dei talebani che ammonterebbe a circa 400 milioni di dollari. La metà di questo reddito proverrebbe dal narcotraffico. (ga)

Fonte: Redattore Sociale (www.redattoresociale.it)

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