Il Consiglio regionale lombardo ha approvato all’unanimita’ la risoluzione sulla clownterapia, dedicata in particolare ai piccoli pazienti ricoverati in ospedale. Oltre ad essere valorizzate le attivita’ di clownerie di corsia, sara’ dato un ruolo anche ai percorsi di formazione degli operatori, con la realizzazione di un apposito elenco con soggetti del ‘Terzo settore’ abilitati e associazioni riconosciute che possano formare gli addetti.
“Studi recenti hanno dimostrato che un approccio ottimistico e sdrammatizzante verso la malattia contribuisce alla risoluzione del quadro clinico, oltre a favorire il recupero psicologico, relazionale sociale”, ha detto la consigliera lombarda Lara Magoni, relatrice del provvedimento, mentre “e’ bene che si chiarisca il percorso di formazione e qualificazione degli operatori vista la delicatezza dell’intervento”, ha sottolineato il consigliere regionale dem Carlo Borghetti. La clownterapia e’ stata introdotta in Italia in via sperimentale verso la meta’ degli anni Novanta ed e’ formalmente riconosciuta e inclusa nella Convenzione sui diritti del fanciullo approvata dall’assemblea delle Nazioni unite nel 1989 e ratificata in Italia con la legge n.176 del 1991.
La sua pratica viene inoltre promossa anche all’interno della Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale e nella Dichiarazione internazionale dei diritti del fanciullo della Societa’ delle nazioni. (Nim/ Dire)
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