Carenza di farmaci e presidi medico-sanitari, mancanza di medici e infermieri negli ospedali, strumentazioni diagnostiche non adeguate. A pagare la crisi della Grecia e’ anche il suo sistema sanitario – che in questi sette anni sembra conoscere solo tagli – e, ovviamente, i suoi cittadini. Quelli che in questi anni hanno perso il lavoro hanno perso anche l’assicurazione sanitaria: le stime ne contano oltre 2,5 milioni. In aumento anche la depressione, i suicidi e la diagnosi fai-da-te. Non ultimo, i medici che emigrano all’estero perche’ in patria non hanno piu’ prospettive. È un quadro a tinte fosche quello che tratteggia al ‘Sir’ Nikolaos Platanisiotis, presidente dell’Associazione medica del Pireo, una delle piu’ grandi e importanti associazioni mediche greche composta da 4mila medici attivi sia nella sanita’ pubblica che in quella privata.
“Prima della crisi, sette anni fa i nostri iscritti erano 4.500 – spiega Platanisiotis -. Cinquecento medici sono emigrati per motivi economici in Inghilterra, Gran Bretagna e Germania”. Ma il dato a livello nazionale e’ ben maggiore, e si attesta nell’ordine delle migliaia. Le stime parlano di 1 medico su 10 e’ diventato migrante economico. Una fuga che si spiega con “la diminuzione di circa il 50 per cento degli stipendi dei medici della sanita’ pubblica. Lo stesso e’ accaduto per i medici della sanita’ privata. La gente, priva del denaro sufficiente, oggi si reca dal medico solo quando e’ strettamente necessario”.
“Ai nostri iscritti che si trovano in stato di necessita’- dichiara Platanisiotis che e’ anche direttore dei Servizi di salute pubblica e sociali del Comune di Pireo- abbiamo ridotto del 30 per cento i contributi obbligatori. Inoltre abbiamo stipulato, come associazione, delle convenzioni con strutture sanitarie private per ricollocare i medici rimasti senza lavoro laddove ci fossero nuove possibilita’ di impiego”.
Negli ospedali pubblici le cose non sembrano andare meglio: “Mancano personale, farmaci e attrezzature diagnostiche. In passato e’ successo anche che molti nosocomi restassero senza pasti per i ricoverati e senza medicine, acquistate direttamente dai parenti per poter consentire le cure necessarie. In altri casi la mancanza di strumentazioni ha richiesto il rinvio di operazioni chirurgiche”. Ai tagli alle spese sanitarie i medici, infermieri e farmacisti greci rispondono con “la competenza, la passione, il sacrificio e il volontariato”, perche’ anche cosi’ si tiene fede al giuramento di Ippocrate. Sono sempre di piu’ in Grecia medici, farmacisti, infermieri che dedicano il loro tempo libero alle “cliniche sociali” dove visitano persone malate in difficolta’ economica. E per dare a tutti la possibilita’ di ricevere cure adeguate si offrono a prezzi simbolici esami clinici, “un prelievo di sangue a 2 euro, una radiografia toracica 4 euro, una visita completa in studio medico 10 euro”. Un impegno che non si ferma solo ai cittadini greci, ma che si allarga anche ai migranti sbarcati al Pireo nel 2016. “A febbraio dello scorso anno sono arrivati in 6mila, afghani, siriani, iracheni, pakistani e anche dal Bangladesh. Nel porto abbiamo allestito un centro di accoglienza dove abbiamo visitato oltre 4mila uomini, donne, bambini e anziani, ravvisando tra l’altro anche rischi di contagio per malaria e tubercolosi, come confermano dati dell’Organizzazione mondiale della Sanita’ per i cittadini provenienti da questi Paesi. Abbiamo segnalato la cosa al Ministero competente, senza ricevere risposta”.
La crisi oltre ad avere effetti sulle strutture sanitarie allunga le sue spire sulla salute dei cittadini, facendo emergere malattie strettamente correlate alla loro condizione di disagio e di privazione economica. “Se c’e’ una patologia che piu’ di altre si collega alla crisi attuale, questa e’ la depressione”, afferma Kouvaris Costantinos, presidente dell’Ordine dei farmacisti del Pireo, tra le piu’ importanti della Grecia con i suoi 500 aderenti.
“La popolazione e’ sotto una pressione psicologica molto intensa come dimostra il sensibile aumento dell’uso di psicofarmaci, antidepressivi e antidolorifici”. In parallelo, aggiunge il presidente dei farmacisti, “crescono anche i suicidi”.
Stime parlano di 6mila suicidi solo in questi ultimi anni di crisi economica che pure sta generando un altro fenomeno. A spiegarlo e’ Elias Gousouassis, vice presidente dell’Ordine dei farmacisti del Pireo: “Si tratta della cosiddetta auto-terapia. Le persone acquistano farmaci senza visita e prescrizione medica, usando anche internet. Purtroppo l’assunzione di questi medicinali fai-da-te spesso produce effetti collaterali che richiedono l’intervento di un medico o di un farmacista, arrivando fino al ricovero ospedaliero. La crisi economica spinge anche a questi comportamenti che sono del tutto da evitare”.
E il futuro non sembra promettere nulla di buono: “I tagli alla spese sanitarie non fanno altro che abbassare la qualita’ dei servizi offerti ai cittadini. Se dovesse permanere questo trend- denuncia Costantinos- e’ facile prevedere la chiusura, nei prossimi anni, del 40 per cento delle farmacie greche, che oggi sono in totale 10mila”. Analoga posizione per Platanisiotis: “Non vediamo nessuna luce in fondo al tunnel. Per dare respiro alla sanita’ avremmo bisogno di digitalizzare il sistema sanitario utile per ottimizzare risorse e creare risparmi, di favorire la collaborazione tra pubblico-privato. Ma ad oggi non c’e’ niente che faccia presagire investimenti nella sanita’ per garantire cure e servizi adeguati alla popolazione”. (www.agensir.it) (Alf / Dire)