ROMA – Ogni giorno sono oltre 3.000 i pazienti che attendono nei Pronto soccorso un posto letto (oltre un milione l’anno), attesa che può durare anche per diversi giorni e nella maggior parte dei casi su barelle. È quanto emerso dal convegno ‘Il sovraffollamento dei servizi nell’emergenza’ organizzato dalla Società italiana medicina d’emergenza urgenza (Simeu) nella sede dell’Ordine dei Medici in Roma, in occasione dell’apertura della Settimana nazionale del Pronto soccorso, che si tiene da oggi al 21 maggio in tutte le principali città. La manifestazione è organizzata in collaborazione con il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.
“La Simeu ha elaborato una proposta per affrontare la situazione di sovraffollamento– ha detto la presidente nazionale Simeu, Maria Pia Ruggeri- su cui è necessario un impegno comune delle istituzioni e delle aziende ospedaliere, contenuto nel ‘Policy statement sul sovraffollamento dei Pronto soccorso’. Si tratta di un fenomeno che non riguarda solo il periodo invernale e per risolverlo è necessario cambiare l’organizzazione sanitaria dell’ospedale e del territorio e imparare tutti a usare correttamente il 118 e il Pronto soccorso“.
Nel Lazio si registra un’inversione di tendenza rispetto agli anni passati, anche se la nostra regione produce il 20% di tutti i pazienti in attesa di ricovero. “È cambiato l’approccio della Regione- ha detto il consigliere dell’Omceo Roma, Massimo Magnanti-. Il Lazio ha fatto una grande operazione di trasparenza e adesso ogni minuto sappiamo qual è la situazione di affollamento dei Pronto soccorso. È tutto online. Inoltre è in piedi un tavolo sull’emergenza a cui partecipano tutti i professionisti del settore che sta dando i suoi risultati. È importante però continuare su questa strada”.
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