Nel 2020 le previsioni indicano 1.979.022 nuovi casi di tumore mammario e 622.676 decessi a livello mondiale. Solo in Italia si prevedono 58.289 nuovi casi e 13.927 decessi. Si delinea una dimensione sociale della malattia con incrementi in tutte le aree geografiche. In questo contesto, su ogni 1000 donne che aderiscono ai programmi di screening oggi inseriti nei Livelli essenziali di assistenza, 8 potranno salvare la loro vita per una diagnosi precoce.
Tuttavia la mammografia non e’ un vaccino, non realizza la prevenzione primaria e, anche se eseguita e valutata da radiologi senologi esperti, non e’ un test infallibile. Si parlera’ di questo nel corso del convegno nazionale dal titolo ‘La diagnostica senologica: competenze, comunicazione e responsabilita” organizzato dalla Sezione di Senologia della Sirm (Societa’ italiana di Radiologia medica), che si svolgera’ dal 10 al 12 maggio a Grado (in Friuli Venezia Giulia).
L’incontro prevede, oltre ad una lectio magistralis di D.B. Kopans, professore di Radiologia all’Universita’ di Boston, una tavola rotonda e un folto programma scientifico con un focus sull’importanza della comunicazione in senologia. Secondo la Sirm, infatti, la chiave di volta di una nuova via in senologia e’ “la cura della comunicazione e l’informazione precisa e puntuale alle pazienti da parte dei radiologi senologi- si legge in un comunicato della societa’- una volta dietro le quinte della diagnosi e oggi sempre di piu’ invece protagonisti della presa in carico delle pazienti a rischio di tumore o gia’ ammalate”. (Cds/ Dire) 15:41 04-05-17