Una nuova tecnica nella pastorizzazione del latte umano donato alle Banche del Latte consente di preservare molte piu’ proprieta’ nutrizionali e biologiche del latte materno, indispensabili per la sopravvivenza e la crescita dei neonati prematuri. Il nuovo metodo di pastorizzazione rapida a temperatura elevata (HTST, appena 5-15 secondi a 72 gradi), promette di mantenere inalterate le principali proprieta’ bioattive e nutrizionali del latte donato, trattato oggi in tutto il mondo con la tradizionale pastorizzazione Holder (62,5 gradi per 30 minuti), che distrugge numerosi ingredienti bioattivi e nutrizionali, riducendo gli effetti positivi del latte stesso.
Messa a punto dal professor Guido Moro, primo presidente della European Milk Bank Association (Emba) e attuale presidente dell’Associazione italiana Banche del Latte Umano Donato (Aiblud), la nuova tecnica sara’ presentata al Simposio Internazionale sull’Allattamento di Medela (a Firenze il 7 e l’8 aprile).
“Il latte donato alle banche del latte (ve ne sono 34 in Italia e 210 in Europa)- fanno sapere gli esperti- deve essere raccolto da diverse donatrici e conservato, dunque la pastorizzazione e’ importante per assicurarne l’igiene e la corretta conservazione”. Il vantaggio del nuovo dispositivo, progettato da Guido Moro dell’Aiblud, in collaborazione con Laura Cavallarin del Cnr di Torino, e il professor Enrico Bertino, direttore del Centro di terapia intensiva neonatale dell’Universita’ di Torino, sta anche nel garantire un processo di pastorizzazione a basso impatto e sicuro, adatto al trattamento di diversi volumi di donazioni.
“Puo’ pastorizzare fino a 10 litri di latte all’ora- spiegano ancora gli esperti- con un volume minimo di 100 ml. È progettato per essere pulito dopo ogni ciclo di pastorizzazione e disinfettato immediatamente prima dell’uso successivo, risultando quindi piu’ adatto a trattare insiemi di campioni di latte provenienti da diverse donatrici, rispetto al latte proveniente da singole donazioni”. Spiega intanto il professor Moro: “Le prove scientifiche del nuovo metodo sono schiaccianti: il valore ineguagliabile del latte materno per i neonati prematuri e i bambini nati a termine non e’ mai stato cosi’ evidente. Tocca alla comunita’ medica, al governo e alla societa’ introdurre i cambiamenti necessari per assicurare che tutti i neonati ricevano un allattamento al seno ottimale, e che le madri e le famiglie ricevano il sostegno necessario che permetta loro di fornirlo”.
Il latte materno svolge un ruolo cruciale nell’assicurare la sopravvivenza e il corretto sviluppo dei neonati prematuri (pari al 10% della popolazione globale di neonati, inclusi i nati sottopeso, piu’ vulnerabili) e dei neonati malati ricoverati nel reparto neonatale, poiche’ fornisce elementi insostituibili: enzimi, proteine, grassi e altri principi bioattivi che favoriscono la crescita degli organi immaturi dei neonati prematuri e dei loro sistemi gastrointestinali e metabolici. “È stato dimostrato che l’alimentazione con latte materno riduce la percentuale di malattie gravi- aggiungono gli esperti- ma l’aspetto piu’ importante e’ che il latte materno puo’ avere un impatto sostanziale e a lungo termine sullo sviluppo cognitivo dei prematuri, maggiormente a rischio di soffrire di disturbi neurologici rispetto ai bambini nati a termine. Il latte materno e’ stato collegato anche a ridotti tassi di obesita’- concludono- diabete e malattie cardiovascolari nel corso della vita”. (Cds/ Dire)