L’Europa compie passi in avanti nei programmi di screening. I risultati, definiti «molto positivi», arrivano dal secondo report della Commissione Europea sull’implementazione a livello nazionale della Raccomandazione sullo screening dei tumori del Consiglio dell’Unione europea del 2003. Dal documento, la cui prima edizione risale a otto anni fa e redatto dallo IARC in collaborazione con il CPO Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica Piemonte, l’ospedale universitario Città della Salute e della Scienza di Torino e il Mass Screening Registry/ Finnish Cancer Registry di Helsinki in Finlandia, emerge una crescita dei programmi nazionali per il cancro del seno, della cervice uterina e del colon-retto.
L’obiettivo dell’Ue è ridurre del 15% l’incidenza del cancro entro il 2020. Lo screening consente di individuare i tumori in una fase precoce, aumentando le probabilità di successo del trattamento. La Raccomandazione spingeva, infatti, gli Stati Membri UE ad attuare programmi di screening dei tumori. «Il cancro al seno, al collo dell’utero e al colon-retto costano la vita a circa 250mila cittadini europei ogni anno. La diagnosi precoce, così come la prevenzione, salvano le vite e proprio su questo dobbiamo continuare a concentrare i nostri sforzi.
Le Raccomandazioni del Consiglio e le linee guida per la qualità dello screening della Commissione hanno portato la maggior parte dei paesi dell’Unione Europea a mettere in atto programmi di screening organizzati e di alta qualità. Questo è un importante passo avanti per la salute dei cittadini» sono le parole del Commissario europeo per la salute Vytenis Andriukaitis. Oggi 25 paesi europei hanno programmi di screening per il cancro al seno, 22 per quello alla cervice e 20 per il colo-retto; un passo avanti rispetto a dieci anni fa, all’epoca della prima stesura delle Raccomandazioni, quando i paesi erano rispettivamente 18,17 e 12.
«Il cancro è un nemico feroce della salute pubblica: nel 2012 quasi 1,3 milioni di vite sono state perse ad esso nella sola Europa – si legge nel report (91,500 per cancro al seno, 152.000 colon-retto e 13.000 cervice uterina) – Quasi la metà dei decessi per cancro può essere evitato con più azioni preventive per affrontare e mitigare i rischi».
Il cancro della cervice uterina, del seno e del colon retto sono tre dei principali tumori che colpiscono la popolazione italiana. Nonostante il permanere di grandi differenze regionali, i dati dell’Osservatorio nazionale screening mostrano che sono in crescita i numeri di accesso ai tre test per la prevenzione dei tumori inseriti nei programmi di screening pubblici.
Per lo screening mammografico, la copertura nel 2015 ha superato l’80% con oltre 3.100.000 inviti (400.000 in più rispetto agli anni precedenti). Per lo screening della cervice uterina, oltre 4 milioni le donne invitate (+4% rispetto al 2014), delle quali oltre 650 mila per effettuare il test Hpv. Infine, più di 5 milioni di cittadini di età compresa tra i 50 e i 69 anni sono stati invitati a eseguire il test di screening colo-rettale, 500mila in più dell’anno precedente.
Fonte: NICLA PANCIERA La Stampa