“La societa’, i cittadini, noi tutti viviamo una situazione di importante disagio psicologico ma pochi hanno chiarezza e consapevolezza di poterlo affrontare e di poterne uscire. La mission dello psicologo e’ promuovere e sostenere il benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunita’, aiutando le Persone (con la P maiuscola) a comprendere e a riformulare il proprio pensiero o comportamento se disadattivo.
Lo psicologo e lo psicoterapeuta sono figure professionali che hanno un’adeguata conoscenza e competenza non solo in campo psicopatologico, ma anche nella gestione e nel superamento di situazioni di ”normale” disagio del vissuto quotidiano. L’attribuzione di causa errata e’, ad esempio, uno degli aspetti su cui lo psicologo puo’ lavorare in maniera incisiva”. A spiegarlo all’Agenzia Dire e’ Marco Nicolussi, professore di Etica della Ricerca e Deontologia Professionale e di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’Universita’ degli Studi di Padova (Unipd). “La crisi economico-finanziaria esplosa in Italia circa 10 anni fa, congiuntamente all’incapacita’ di riuscire a riprendersi, ha generato in alcune persone un importante vissuto di passivita’, con conseguente abbassamento dell’autostima. Molte Persone vivono infatti un ”locus of control” esterno- continua l’ex presidente dell’Ordine degli psicologi del Veneto- ovvero sentono che gli eventi che accadono nella loro vita abbiano cause esterne (come la crisi economico-finanziaria, ad esempio), quindi non ne sono responsabili. Uno dei nostri compiti e’ allora informare, sensibilizzare, accompagnare e aiutare a trasformare nelle persone questo vissuto disadattivo, non sempre necessariamente attraverso un lavoro psicoterapeutico, ma anche ”solo” di consulenza psicologica”. Da piu’ di 10 anni Nicolussi lavora per affermare in Italia la figura dello psicologo di base o del territorio.
“Qual e’ uno dei punti cardine dello sviluppo della professione su questo aspetto? I medici di base e le farmacie sono le vere sentinelle del territorio- precisa il professore- perche’ intercettano i primi sintomi del malessere delle persone quando ancora non sono diventati disturbi cronici”. Le statistiche nazionali rivelano che “1 soggetto su 2 che si rivolge al medico di base non ha problematiche di tipo organico. Questo significa che almeno il 50 % delle persone- continua lo psicoterapeuta- potrebbero riformulare il proprio vissuto se fossero accolte, ascoltate e seguite in una maniera diversa, ed integrata, dalla semplice prescrizione di farmaci, dalle visite specialistiche e dalle indagini di laboratorio. Tutti interventi che costano enormemente alla Sanita’ italiana”.
Oggi e’ ancora difficile “far comprendere inizialmente al medico di base, piuttosto che al farmacista, la bonta’ dell’affiancamento, della collaborazione o della consulenza dello psicologo. Eppure- prosegue Nicolussi-, laddove il supporto si e’ sviluppato, e’ risultato sempre efficace ed efficiente, e i medici e i farmacisti sono soddisfatti di lavorare insieme allo psicologo. Per questo motivo la nostra professione ha il dovere di sostenere e promuovere quanto la parola possa fare la differenza. Tutti lo sanno- sottolinea l’esperto- ma nessuno se ne rende conto. Ai miei studenti a Psicologia e a Medicina faccio sempre un esempio: Dire a una persona ”lei mi e’ simpatica” ha certamente un effetto contrario rispetto al dirle ”lei mi e’ antipatica”. Immaginiamo allora quanto un uso consapevole e professionale delle parole possa stravolgere, positivamente, il vissuto delle persone, riformulandolo e quindi ristrutturandolo”.
DIRE