Il Tribunale di Gorizia, con sentenza del 15 dicembre 2016, ha assolto la dottoressa E.M., farmacista, assistita dagli avvocati Simone Pillon e Marzio Calacione con l’ausilio dei consulenti tecnici Bruno Mozzanega e Renzo Puccetti.
La farmacista, spiega in una nota l’avvocato Pillon, “era imputata del reato di omissione o rifiuto di atti di ufficio perche’, in qualita’ di farmacista collaboratrice presso la farmacia comunale, e quindi incaricata di pubblico servizio, durante il turno notturno indebitamente si rifiutava di consegnare a F.M.L. il farmaco Norlevo (c.d. ”pillola del giorno dopo”) nonostante l’esibizione di ricetta medica rilasciata con espressa indicazione di assumere il farmaco nella stessa giornata”.
Il Pubblico Ministero, racconta il legale, “aveva chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e la condanna alla pena di mesi 4 di reclusione coi benefici di legge. Il Tribunale – dopo un attento e scrupoloso dibattimento – ha dato lettura del dispositivo della sentenza di assoluzione, escludendo la punibilita’ della condotta di cui al capo di imputazione ex art. 131 CP e riservandosi le motivazioni nel termine di giorni 90”.
“Dopo tre anni di procedimento penale, con tutto quello che cio’ puo’ comportare in termini personali, familiari e professionali- dice Pillon-, la nostra assistita ha visto riconosciute le sue ragioni, conformemente a quanto previsto dall’art. 3 del codice deontologico dei farmacisti che recita ”Il farmacista deve operare in piena autonomia e coscienza professionale conformemente ai principi etici e tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita”.
“Nell”attesa di leggere le motivazioni si condivide sin d”ora questa decisione giudiziale saggia ed equilibrata- prosegue l’avvocato- che si pone come primo precedente giurisprudenziale in materia, ci si augura che processi penali come quello che ne occupa non debbano piu’ ripetersi e che i diritti costituzionalmente garantiti alla liberta’ di pensiero, di coscienza e di religione di tutti gli esseri umani non siano piu’ abbandonati al coraggio del singolo ma trovino pieno riconoscimento in un’apposita legge che prenda atto del pluralismo etico e della preminenza del diritto alla vita e alla liberta’”. (Com/Vid/ Dire)
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