Ad oggi sono circa 150 le persone malate di gioco d’azzardo in cura ai servizi dell’Ausl di Bologna, a livello metropolitano. Ma il numero e’ destinato ad “aumentare esponenzialmente” nei prossimi anni, perche’ di norma la consapevolezza di avere bisogno di aiuto e cure “matura nel tempo”.
A dirlo e’ Angelo Fioritti, direttore sanitario dell’azienda bolognese, questa mattina al convegno sul gioco d’azzardo patologico organizzato insieme all’associazione UmanaMente al Quartiere Santo Stefano. In questi anni, l’Ausl insieme alle istituzioni ha creato “velocemente percorsi di accoglienza, cura e sostegno alle famiglie- sottolinea Fioritti- il primo anno sono venute ai servizi 25 persone, oggi sono circa 150 soggetti in trattamento. Ma stimiamo che le persone affette dalla malattia siano molte di piu’. La consapevolezza matura nel tempo e quindi ci aspettiamo che il numero aumenti esponenzialmente nei prossimi anni”. Tra i vari progetti messi in campo a Bologna contro la ludopatia, ci sono i laboratori di terapia espressiva realizzati dall’associazione UmanaMente. In particolare si tratta di “musicoterapia- spiega la psicologa Elena Pasquali- nel corso del laboratorio vengono utilizzate piccole percussioni, ma anche strumenti piu” complessi come chitarre o tastiere, per dare un suono agli aspetti piu’ emotivi ed esprimere cosi” con la musica, quello che e’ difficile dire a parole. A questo, si alternano momenti invece di confronto verbale per tradurre l’esperienza emotiva e sonora.
“Il gioco e’ un problema antico- spiega Fioritti a margine dell’incontro- ma negli ultimi quattro anni ha assunto dimensioni inusitate, dopo la liberalizzazione e alla diffusione capillare di slot machine, gratta e vinci e altre forme”. Il gioco d”azzardo “agisce come fattore di poverta’”, producendo un “impoverimento delle fasce vulnerabili come giovanissimi, anziani e persone sole”. Inoltre, dal punto di vista piu’ strettamente sanitario, “crea dipendenza in un numero non irrilevante di persone, molto pericolosa perche” coinvolge anche le famiglie, con dinamiche dolorose”. Il direttore sanitario dell’Ausl di Bologna plaude per questo il divieto ad aprire sale gioco entro 500 metri da luoghi sensibili come scuole, parrocchie, ospedali e case di cura imposto dalla Regione Emilia-Romagna. “Come tutte le forme di dipendenza- sottolinea Fioritti- l’offerta e” molto influente sullo sviluppo della ludopatia. Essendo l”offerta decuplicata in poco tempo, oggi ci troviamo ad affrontare un numero di ludopatici molto superiore a cinque anni fa. Quindi tutto cio’ che puo’ servire a ridurre, limitare e contingentare l”offerta aiuta sicuramente a sviluppare meno casi” e, dal punto di vista della cura della salute, “se applicate, queste misure aiutano e semplificano il nostro lavoro”. (San/ Dire)