Nel nostro intestino vive un numerosissimo esercito di batteri. Un esercito di «alleati» contro il cancro oppure di «nemici». Dipende dai soldati che lo compongono. A smascherare, ancora una volta, i due diversi volti della flora intestinale sono stati due studi recentissimi. Il primo condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas, secondo il quale i migliaia di miliardi di microrganismi che popolano il nostro sistema digestivo potrebbero alterare il funzionamento dei farmaci anti-cancro. Alterazioni, queste, che sembrano essere positive quando un paziente «ospita» una comunità più diversificata di microrganismi intestinali perché ha maggiori probabilità di trarre beneficio dalle terapie anticancro. In particolare dall’immunoterapia, che sfrutta le difese naturali del corpo per combattere i tumori, che si è dimostrata in grado di eliminare il cancro, anche in fase terminale, in una piccola percentuale di pazienti.
UNA COMUNITA’ BATTERICA INTESTINALE DIVERSIFICATA AUMENTA LA RISPOSTA ALL’IMMUNOTERAPIA
Nel nuovo studio i ricercatori hanno scoperto che avere una comunità batterica molto diversificata nell’intestino può aumentare le probabilità di trarre beneficio dall’immunoterapia. Per arrivare a queste conclusioni gli scienziati hanno confrontato i batteri intestinali di 23 pazienti che hanno risposto all’immunoterapia e 11 che non l’hanno fatto. «Abbiamo trovato una differenza come tra notte e giorno nella diversità delle specie batteriche nei campioni fecali», riferisce Jennifer Wargo, autrice dello studio ed esperta di melanoma.
In particolare, i ricercatori hanno scoperto che livelli elevati di batteri «Ruminococcus» sono legati a una maggiore risposta ai trattamenti. Questo suggerisce che è possibile aumentare l’efficacia dell’immunoterapia alterando l’equilibrio dei batteri intestinali.
TRAPIANTO DI BATTERI INTESTINALI POSSIBILE ARMA ANTI-CANCRO
La batterioterapia fecale, detta anche trapianto di materie fecali contenenti batteri benefici, viene già utilizzata per il trattamento di alcune malattie.
«Credo che sia estremamente plausibile, anche se abbiamo ancora bisogno di scavare più in profondità», dice Wargo. Non è infatti ancora chiaro se questo approccio possa migliorare l’immunoterapia. Sappiamo però che le persone che seguono una dieta ricca di frutta e verdura tendono ad avere una flora intestinale più ricca, per cui è possibile ipotizzare che coloro che seguono uno stile di vita sano rispondono meglio alla terapia.
«I nostri corpi – commenta Sir Harpal Kumar, a capo del Cancer Research Uk – sono popolati da migliaia di miliardi di batteri, e stiamo appena iniziando a graffiare la superficie della comprensione del loro grande potenziale. E’ davvero emozionante raccogliere nuove prove sulla stretta connessione tra il sistema immunitario e questi batteri. Questo e molti altri studi hanno dimostrato che manipolare i microrganismi potrebbe consentire di sfruttarli in futuro per aiutare i pazienti a rispondere meglio al trattamento anticancro».
ADDITIVI ALIMENTARI ALTERANO FLORA INTESTINALE AUMENTANO IL RISCHIO CANCRO
Il secondo studio che ha riguardato i batteri intestinali è stato condotto dalla Georgia State University. E ha scoperto che i comuni additivi utilizzati in moltissimi alimenti che solitamente vengono consumati ogni giorno, come alcuni prodotti da forno e dolci, potrebbero essere responsabili dell’importante aumento dei casi di cancro intestinale. In particolare, i ricercatori hanno trovato che gli emulsionanti aggiunti ai cibi più elaborati per migliorarne la consistenza e prolungarne la durata possono alterare i batteri intestinali, influendo negativamente sul sano equilibrio all’interno dell’intestino.
Questa alterazione, come riporta la rivista Cancer Research, può provocare infiammazione, cioè rendere l’intestino un ambiente ideale per far nascere e crescere i tumori. Precedenti ricerche hanno trovato che i microrganismi che vivono nell’intestino sono fattori chiave importanti che possono portare allo sviluppo di malattie infiammatorie intestinali, come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, noti per favorire la crescita tumorale. Sempre studi precedenti hanno dimostrato che l’infiammazione causata da queste malattie alterano i livelli di batteri cattivi ed è molto comune nei casi di cancro del colon-retto.
Ora i ricercatori ritengono che gli emulsionanti possono essere parzialmente responsabili di questo legame perché favoriscono la tumorigenesi del colon.
GLI EMULSIONANTI PROVOCANO INFIAMMAZIONE, CREANDO UN AMBIENTE IDEALE PER IL CANCRO
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno alimentato i topi con due emulsionanti molto usati, il polisorbato 80 e la carbossimetilcellulosa, a dosi simile a quelle usate nella maggior parte degli alimenti trasformati. Ebbene, gli studiosi hanno trovato che questi topi hanno subito cambiamenti drastici nella composizione dei batteri intestinali. E questo pare abbia provocato infiammazione, un fattore importante che ha permesso alle cellule tumorali di prosperare e crescere. «L’incidenza del cancro del colon-retto – spiega Emilie Viennois, ricercatrice che ha coordinato lo studio – ha iniziato ad aumentare significativamente dalla metà del 20esimo secolo. Una caratteristica fondamentale di questa malattia è la presenza di una flora batterica intestinale alterata che crea una nicchia favorevole per la tumori genesi».
Ora i ricercatori hanno iniziato a studiare cosa fa scattare questa alterazione e in che modo questa può provocare il cancro.
FONTE LA STAMPA