Roma, 18 ott. – Nel corso della gravidanza o dopo il parto possono esordire o riacutizzarsi nella donna diversi disturbi psichiatrici: depressione, disturbi d’ansia, disturbi dell’alimentazione, disturbi da uso di alcol e droghe, oltre a gravi malattie mentali quali psicosi, disturbo bipolare, depressione severa.
Senza dimenticare che le psicosi che insorgono dopo il parto si caratterizzano per l’esordio rapido e la particolare gravita’. “L’importanza di riconoscere i problemi di salute mentale durante la gravidanza e nel post partum- afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe- e’ ampiamente sottovalutata per varie ragioni: scarsa sensibilizzazione dei professionisti sanitari, limitato coordinamento e assenza di percorsi integrati tra i vari servizi, mancanza di linee guida aggiornate”. Di conseguenza, per offrire un adeguato livello assistenziale in grado di identificare tempestivamente i disturbi psichiatrici gravi, riconoscere la loro rapida insorgenza e comprendere la loro natura, sono indispensabili interventi di formazione dei professionisti sanitari e percorsi assistenziali basati sulle migliori evidenze scientifiche e integrati tra i vari servizi (cure primarie, consultori, servizi per la maternita’, salute mentale, servizi sociali, ospedale) al fine di offrire un accesso tempestivo alla valutazione specialistica.
“Le linee guida del Nice- continua il presidente della Fondazione Gimbe- disponibili in italiano grazie alla traduzione della Fondazione Gimbe, offrono un approccio sistematico e integrato alla prevenzione, diagnosi e trattamento dei problemi di salute mentale in gravidanza e nel post partum: utilizzo di strumenti internazionali validati per l’identificazione precoce dei sintomi, sviluppo di un piano di assistenza integrato, rischi e benefici delle differenti opzioni terapeutiche, in particolare raccomandando un minore utilizzo di psicofarmaci per alcuni disturbi (es. ansia o depressione di grado lieve o moderato) e sottolineando ”efficacia della psicoterapia”.
Fondamentale il coinvolgimento attivo delle donne attraverso il processo decisionale condiviso: per migliorare la capacita’ di riconoscere il problema; per gestire le errate, ma comprensibili, preoccupazioni che rivelare la presenza di un disturbo mentale possa determinare la presa in carico del proprio figlio; per prevenire i rischi associati all’interruzione del trattamento con psicofarmaci (senza consulto medico) quando scoprono di essere gravide. “Tutti i professionisti e i servizi coinvolti nell’assistenza a donne che desiderano, vivono o portano a termine una gravidanza- conclude Cartabellotta- dovrebbero tenere in considerazione queste linee guida per integrare le raccomandazioni in percorsi assistenziali integrati finalizzati a prevenire, diagnosticare e trattare con successo problemi di salute mentali anche gravi”.
Le “Linee guida per la salute mentale della donna in gravidanza e dopo il parto sono disponibili sul sito www.evidence.it/salute-mentale-gravidanza”, conclude la Fondazione Gimbe. (Wel/ Dire)