Tra i fattori di causa fumo, obesita’, alimentazione, pressione e diabete (DIRE – Notiziario settimanale Sanita’)
Roma, 5 ott. – L’Italia si attesta al 20esimo posto a livello mondiale per lo stato di salute dei cittadini, secondo lo Studio “Global Burden of Disease” di recente pubblicato su The Lancet: tra le principali problematiche di salute del nostro Paese il sovrappeso, negli adulti ma soprattutto nei bambini, la qualita’ dell’aria e l’abitudine al fumo di sigaretta.
Tutti aspetti, quelli elencati, che ritroviamo tra i principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, patologie responsabili, nella sola Unione Europea, del 49% delle morti sia nell’uomo che nella donna e, secondo le statistiche mondiali, con un”incidenza in costante aumento.
In occasione della Giornata Mondiale per il Cuore, promossa dalla World Heart Federation, che la Fondazione Italiana per il Cuore (FIpC) rappresenta in Italia, Fipc e Conacuore, che rappresenta oltre 130 associazioni di pazienti cardiopatici sul territorio, hanno avviato un percorso di confronto su rischio cardiovascolare e colesterolo. Alla presenza di illustri rappresentanti del mondo politico e istituzionale, della comunita’ scientifica nonche’ della previdenza sociale, delle associazioni dei pazienti e di esperti farmaco-economisti, sono state discusse le principali criticita’ legate alle patologie cardiovascolari con l’intento di delineare un percorso comune verso la riduzione dell”impatto socioeconomico di queste patologie. Il numero di persone che si ammalano ogni anno e’ in crescita e l’impatto del rischio cardiovascolare e del colesterolo e’ significativo. Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Europa e in Italia e si prevede che nel 2030 i decessi annui aumenteranno da 17 a 23 milioni.
“Le patologie cardiovascolari delineano un quadro complesso, rispetto al quale si rende necessaria un’azione comune basata su un efficace sistema di alleanze e collaborazioni tra Istituzioni e mondo scientifico- afferma Emanuela Folco, presidente Fondazione italiana per il cuore (FIpC)- La promozione di una sempre piu’ forte cultura della prevenzione cardiovascolare e’ un passo fondamentale verso un approccio congiunto e piu’ efficace a queste patologie in costante aumento. Come FIpC, fin dagli anni ’80 operiamo per facilitare la diffusione di una sana cultura della prevenzione attraverso lo sviluppo di campagne educazionali a tutela della salute dei cittadini italiani, aderendo in pieno al progetto della OMS 25by25″.
Tra i presenti all’evento anche il vicepresidente della commissione Bilancio del Senato, Andrea Mandelli (Fi) che ha lanciato una ”provocazione”: ”Bisogna smettere di parlare di spesa sanitaria, rovesciamo i termini della discussione ed iniziamo piuttosto a parlare di investimenti in prevenzione per ottenere guadagni in termini di salute”. ”Il punto di forza del nostro Servizio sanitario nazionale e’ quello di riuscire ad offrire assistenza a tutti i cittadini. Questo nel tempo e’ stato anche un importante ammortizzatore sociale. Oggi dobbiamo pero’ affrontare il problema della sostenibilita’ di questo modello universalistico, e trovare soluzioni che ci permettano di garantire tutto questo anche alle future generazioni- ha proseguito Mandelli- Penso sia dunque arrivato il momento di parlare di investimenti in prevenzione necessari a garantire alle persone una migliore qualita” della vita, un invecchiamento in salute, e, per ricaduta, un abbattimento dei costi legati all’assistenza”.
Il rischio cardiovascolare aumenta con l’eta’, importanti stile di vita sano e trattamenti adeguati. Sono numerosi i fattori di rischio delle malattie cardiovascolari. Tra questi, il fumo, elevata pressione sanguigna, elevati livelli di colesterolo, sovrappeso-obesita’, diabete, malattie infettive come l’influenza, la sedentarieta’, un’alimentazione scorretta, ed anche un clima ambientale negativo e lo stress. Tutte condizioni che rappresentano il 90% delle cause di patologie cardiovascolari. Un rischio, quello di sviluppare la malattia cardiovascolare, che dipende dall’entita’ dei fattori di rischio e dalla loro eventuale compresenza, e che aumenta con l’avanzare dell’eta’. Tuttavia e’ possibile ridurre il rischio cardiovascolare agendo sui fattori modificabili attraverso uno stile di vita sano e, se necessario, tramite trattamenti farmacologici appropriati. Circa 20 miliardi l’anno i costi diretti per il Ssn: il ruolo chiave di una prevenzione efficace e di un adeguato trattamento.
Le patologie cardiovascolari hanno impatto significativo in termini socio-economici che si traduce in costi, diretti e indiretti, a carico del Sistema Sanitario Nazionale e del sistema previdenziale: costi di gestione e trattamento delle patologie cardiovascolari ma anche costi legati alla mancata prevenzione, all’impatto di queste patologie sull’assenza sul posto di lavoro e sulla produttivita’ etc. Si delinea cosi’ un’emergenza globale, come confermato dall’Organizzazione mondiale della Sanita’ che, proprio per questo, che sta sollecitando i Paesi aderenti a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle malattie croniche non trasmissibili del 25% entro l’anno 2025. Le malattie cardiovascolari hanno un impatto come costi diretti per il Ssn che ammonta a circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi di euro calcolabili come perdita di produttivita”.
Secondo i dati Inps, le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima voce di costo in termini di assegni di invalidita’ (dati Inps 2001-2015) e il 21% del totale delle prestazioni erogate dall’Ente per gruppi di patologie. Un aspetto, quello dei costi correlati alle patologie cardiovascolari e ad alti livelli di colesterolo nel sangue che viene spesso dimenticato. (Wel/ Dire)