Un gruppo di ricercatori di un team britannico, sono riusciti con le terapie antiretrovirali a eliminare il virus Hiv nel sangue, la sfida è riuscire a stanarlo dai ‘reservoir’, i depositi nelle cellule in cui rimane dormiente ma pronto a riattivarsi. I ricercatori, lo hanno annunciato al Sunday Times che il virus sembra essere sparito nell’organismo del primo paziente che ha concluso la loro terapia sperimentale. Un uomo di 44 anni, il protagonista della vicenda, assistente sociale, che fa parte di un gruppo di 50 pazienti selezionato per ricevere la terapia. Le università di Oxford, Cambridge, Imperial College, University College London e King’s College, hanno messo a punto il protocollo che combina l’uso delle terapie antiretrovirali standard con un farmaco che riattiva il virus Hiv ‘dormiente’, insieme a un vaccino che induce il sistema immunitario a distruggere le cellule infette.
Stefano Vella, direttore del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità, spiega che questa è la strategia che seguono tutti i diversi gruppi che stanno affrontando il problema nel mondo, fra cui anche uno europeo a cui partecipa anche l’Iss. E’ fondamentale, trovare il modo di curare definitivamente la malattia perchè anche se le terapie antiretrovirali sono un grande successo, così come l’essere riusciti a portarle in Africa dove stanno salvando 17 milioni di persone, c’è un problema di sostenibilità di costi e di difficoltà ad aderire a una terapia che comunque va presa per tutta la vita. Inoltre Vella ha aggiunto che la notizia è quindi ottima, anche se bisogna aspettare prima di cantare vittoria, questo virus ha già dimostrato in passato di poter tornare dopo un po’ di tempo.
Gli autori, precisano che il risultato definitivo del test, non arriverà prima di cinque anni. Nel ‘paziente di Berlino’, un uomo sieropositivo colpito da leucemia, l’Hiv è sparito dopo un trapianto di midollo. Mentre, nel 2013 aveva suscitato molte speranze la ‘Mississippi baby’, una bambina nata sieropositiva curata aggressivamente fin dalle prime ore di vita, ma anche in questo caso il virus, che sulle prime sembrava sparito, è tornato qualche mese dopo aver interrotto il trattamento. I medici del Necker di Parigi , lo scorso anno, hanno invece presentato il caso di una diciottenne anch’essa nata sieropositiva e curata con la terapia antiretrovirale fino ai sei anni. I medici, hanno spiegato che nel sangue della ragazza, il virus non è rilevabile ormai da 12 anni. Vella sottolinea che le terapie antiretrovirali riescono già a eliminare il virus dal sangue, ma rimane quello il cui Dna è integrato con quello delle cellule .
Prima di poter dire che una persona è guarita, bisogna far passare molto tempo, perché si potrebbe “risvegliare” una volta interrotta la terapia.
Di Carlotta Pasquali
FONTE ANSA