Salgono a 19 casi di legionella registrati in questi giorni in alcuni quartieri di Parma. E’ il primo dato emerso dal tavolo di lavoro che si e’ riunito venerdi’ pomeriggio nella sede dell’Ausl, coinvolgendo le autorita’ sanitarie e il sindaco Federico Pizzarotti.
La fonte del virus non e’ stata ancora individuata, ma si presume circoscritta in una zona abbastanza precisa della citta’. Diverse quindi le azioni messe in campo per identificarla, a cominciare dall’indagine ambientale che prevede il campionamento a domicilio delle persone colpite (quelle messe in atto finora non hanno dato riscontri sull”esistenza del virus, ma l’elaborazione delle analisi a Bologna risulta purtroppo complicata e chiede tempi tecnici ineludibili).
Al vaglio anche la rete idro-potabile (soprattutto quella afferente al pozzo Bizzozero), l’irrigazione negli impianti sportivi e tutte le fonti che espellono vapori, concentrate in zona. Probabilmente si potra’ sapere qualcosa di piu’ lunedi’ prossimo, data in cui e’ previsto l’arrivo di altri risultati delle analisi messe in atto anche se, viene annunciato, non saranno definitive.
Un’altra fonte di indagine si concentra sulle attivita’ dei cantieri nel periodo estivo, per escludere eventuali fonti di infiltrazione nelle condotte idriche. Si punta poi anche sulla prevenzione: l’acqua del pozzo Bizzozero e’ stata clorata, intervento che si ritiene utile a ridurre il rischio di contagio. Infine si conta sulla collaborazione dei cittadini che vivono o frequentano la zona interessata, a cui si chiede di attenersi alle disposizioni delle autorita’ sanitarie. Ad esempio far scorrere l’acqua calda per alcuni minuti mantenendosi a distanza, pulire i filtri dei rubinetti e delle docce, evitare i ristagni d’acqua, non usare l’idromassaggio. Bastano infatti questi pochi accorgimenti per evitare il contagio, che si contrae solo per le vie respiratorie, che non passa da persona a persona e che non ha origini di natura alimentare. Gli enti locali torneranno a riunirsi il 6 ottobre prossimo per fare il punto della situazione, dopo la riunione tecnica dell’unita’ di crisi regionale con l’Istituto Superiore della sanita’. (Cai/ Dire)
La Legionella
La legionella (Legionella Brenner et al., 1979) è un genere di batteri gram-negativi aerobi di cui sono state identificate più di 50 specie, suddivise in 71 sierotipi. Quella più pericolosa, a cui sono stati collegati circa il 90% dei casi di legionellosi, è L. pneumophila. La legionella deve il nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34 morti su 221 contagiati (oltre 4.000 erano i veterani presenti): solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un “nuovo” batterio, denominato legionella, che fu isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani avevano soggiornato.
Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: si riscontrano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti esse risalgono a quelli artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, come i serbatoi, le tubature, le fontane e le piscine (sono state rilevate anche in fanghi di fiume o torrente, o argilla per manufatti in terracotta).
L’uomo contrae l’infezione attraverso aerosol, cioè quando inala acqua in piccole goccioline (1-5 micron) contaminata da una sufficiente quantità di batteri; quando questa entra a contatto con i polmoni di soggetti a rischio, insorge l’infezione polmonare.
Viene curata con l’eritromicina che è l’antibiotico d’elezione.