Otto pazienti con importanti lesioni al midollo spinale hanno riacquistato la sensibilità ed un parziale controllo muscolare degli arti inferiori grazie ad uno speciale allenamento con una sorta di “avatar”. I pazienti hanno usato una macchina che crea una realtà virtuale e che sfrutta l’attività cerebrale dei pazienti stessi per simulare il pieno controllo della loro gambe.
La ricerca pubblicata sulla rivista ‘Scientific Reports‘, condotta dal neuroscienziato Miguel Nicolelis della Duke University (parte del progetto ‘Walk Again’ a San Paolo, in Brasile) rappresenta una promettente opzione per le persone con lesioni del midollo spinale, ictus e altri disturbi, dando la speranza che un giorno possano riacquistare la mobilità e l’indipendenza.
“Non prevedevamo un esito clinico così sorprendente quando abbiamo iniziato il progetto”, ha detto Nicolelis. “I pazienti che hanno utilizzato un’interfaccia cervello-computer per un lungo periodo di tempo, hanno avuto miglioramenti nel comportamento motorio, nelle sensazioni tattili e nelle funzioni viscerali. Finora, nessuno era riuscito a ottenere il recupero di queste funzioni, dopo così tanti anni dalla diagnosi di completa paralisi”. Cinque partecipanti erano infatti paralizzati da almeno cinque anni, due da oltre un decennio.
Ha impiegato oltre vent’anni il Professor Nicolelis a perfezionare il sistema che oggi è stato impiegato. Un sistema che ha permesso a diversi pazienti di ottenere reali cambiamenti dopo 7 mesi di allenamento.
La maggior parte dei pazienti ha visto miglioramenti nel controllo della vescica e dell’intestino, riducendo la dipendenza da lassativi e cateteri. Questo, fanno notare gli esperti, riduce il rischio di infezioni, comuni nei pazienti con paralisi cronica e spesso causa di morte.
Una delle partecipanti, la ‘paziente 1’ è una donna di 32 anni, paralizzata da 13: è quella che ha giovato dei miglioramenti più drammatici. All’inizio della sperimentazione, non era in grado di stare in piedi usando delle stampelle, ma nel corso dello studio è riuscita a camminare con un girello, le stampelle e l’aiuto di un terapeuta. A 13 mesi dall’inizio del test è riuscita a muovere le gambe volontariamente.
Fonte: Adnkronos