Quali sono i rischi che possono correre i bambini e più in generale, tutte le persone con difese immunitarie particolarmente indebolite, come gli anziani o le persone con malattie croniche quali diabete o alterazioni della barriera cutanea, ma anche le donne in stato interessante, in spiaggia e in piscina?
I virus, i funghi e i batteri crescono e prolificano molto bene in tutti gli ambienti caldo umidi ecco perché in spiaggia, così come nell’acqua del mare soprattutto dove sono presenti i divieti di balneazione e in piscina è alto il rischio di contrarre un’infezione micotica (soprattutto ai piedi), delle vie urinarie, intestinali a causa dell’ingestione più o meno accidentale con acqua infetta o del suo contatto con la pelle.
Rischio impetigine
«L’impetigine rappresenta la forma più frequente d’infezione cutanea quando ci si immerge in acque con elevata carica batterica – chiarisce il dottor Antonino Reale responsabile di Pediatria dell’emergenza presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma- può manifestarsi su tutta la superficie corporea ed è di norma causata da stafilococchi o streptococchi, anche in associazione. Si presenta con aspetto vescicoloso o crostoso e talora si accompagna a febbre e malessere generale. Deve essere prontamente trattata perché altrimenti si può diffondere in modo esteso a tutto il corpo o può contagiare altre persone per contatto o per condivisione di asciugamani».
Infezioni ai piedi da sabbia
La sabbia può veicolare le verruche ovvero formazioni benigne, dure e callose, non di rado dolorose causate da un virus, difficili da curare perché tendono a recidivare; si stima che solo in Italia ne soffrano circa 6 milioni di persone, con la maggior parte delle infezioni riscontrate nella fascia di età 10-14 anni. L’ideale è non contrarre il virus e tale obiettivo si può centrare facendo indossare calzini in cotone anche in spiaggia ai bambini con meno di un anno, facendo attenzione a far asciugare i bambini dopo il bagno con un telo in cotone o comunque in fibra naturale ben asciutto, asciugando molto bene negli spazi interdigitali.
Bambini nudi in spiaggia: si o no?
I bambini, anche i piccolissimi amano stare nudi in spiaggia: ma vi sono rischi per la loro salute? «Se non vi sono divieti di balneazione i bambini possono anche farsi il bagno nudi, ma poi all’uscita dall’acqua vanno accolti con un asciugamano pulito per metterli a riparo da virus e batteri. Quando giocano in spiaggia, invece, è opportuno che indossino almeno il costume». Chiarisce il dottor Giuseppe di Mauro, pediatra di famiglia e presidente SIPPS (Società Italia di Pediatria Preventiva e Sociale).
Il costume bagnato: se e quando va tolto?
I bambini, si sa, entrano ed escono dall’acqua continuamente, quando è opportuno togliere loro il costume bagnato e quali rischi corrono a tenerlo addosso? «I problemi possono comparire se non si asciugano per bene e restano a contatto troppo a lungo con il costume bagnato, come può succedere se dopo il mare vanno a mangiare al ristorante o a giocare sotto gli alberi; in questo caso vi è la concreta probabilità di sviluppare alle infezioni delle vie urinarie o infezioni da candida soprattutto nelle bambine, per via della loro fisiologica anatomia. Nessun problema se invece si asciugano e poi tornano in acqua». Precisa ancora il dottor Di Mauro.
La doccia dopo il mare
Fare la doccia dopo una giornata al mare non ammazza virus e batteri, ma toglie il sale dalla pelle. Se dopo il bagno ci si è asciugati con cura con un asciugamano pulito, tuttavia, non si corrono particolari rischi di infezione.
Contaminazione delle acque
Le piscina, le fontane, tutti gli specchi d’acqua artificiali o naturali possono venire contaminati da sversamenti di varia origine, dagli scarichi fognari o industriali e nel caso delle piscine dagli utenti che si bagnano pur essendo affetti da patologie benigne come la diarrea, le infezioni respiratorie o cutanee.
Infezioni in piscina
Nel periodo estivo chi frequenta le piscine può sviluppare disturbi connessi con l’ingestione di contaminanti fecali o per contatto con acqua contaminata da secrezioni nasali e orofaringee o squame di pelle e capelli. A tal proposito precisa ancora il dottor Reale: «Nonostante sia di moda far frequentare corsi di acquaticità in piscina fin dalle prime epoche di vita, è una pratica che sconsiglio perché espone il neonato o lattante, se non ancora vaccinati, ad infezione potenzialmente gravi; meglio far giocare il bambino nell’acqua in una piccola piscina “privata”, raccomandando ai genitori un’attenta vigilanza».
Come proteggersi?
Dallo sviluppo di questi disturbi ci si protegge solo con un corretto utilizzo della piscina da parte degli utenti stessi: per questo motivo non bisognerebbe bagnarsi se affetti da diarrea e i genitori di bambini che indossano ancora il pannolino devono cambiarli frequentemente e lavarli lontano dalle acque della piscina.
Disturbi gastroenterici
Se nonostante le attenzioni subito dopo una giornata in piscina si sviluppa una sintomatologia lieve con nausea, vomito, diarrea e febbricola si può rimediare con l’assunzione di sali minerali, utili a prevenire la disidratazione, ed eventualmente di probiotici. Se invece la sintomatologia è più grave e si sospetta un’infezione di orgine batterica è bene rivolgersi al pediatra. Se il vomito è talmente intenso da compromettere lo stato clinico del bambino è necessario rivolgersi al pronto soccorso.
Dermatiti
Se dopo il mare o la piscina compaiono chiazze e macchie è bene limitare il più possibile il fai da te, ma è bene rivolgersi al personale competente.
FONTE LA STAMPA