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Un’anima per 7 vite

Un’anima per 7 vite

Un’anima per 7 vite
| mercoledì 2 Ottobre 2024

Il 29 settembre del 1994 è una data che in Italia ha rappresentato un evento molto particolare.

Questa storia parla di Reginald, Margaret, Nicholas (7 anni) ed Eleanor (4 anni), una famiglia statunitense.

Tutto quello che doveva nascere come una semplice vacanza per questa famiglia si trasformò in tragedia proprio qua, nel nostro Bel Paese.

La famiglia Green giunse in Italia per trascorrere le vacanze nel settembre del 1994, noleggiarono una macchina, una Ypsilon 10 bianca, poi partirono: direzione Sicilia.

L’estate è quel periodo magico per i bambini, si sente il caldo del sole sulla pelle, il frinire delle cicale, il profumo del mare, il cielo limpido e tutto sa di felicità quando si è in vacanza.

L’estate sa di genitori al mare, di castelli di sabbia, di tuffi nell’acqua, di aquiloni che volano e di risate, sa di gelato mangiato la sera mentre si passeggia in mezzo alla gente, sa di negozi con le luci accese sui lungomare, sa di sorrisi, sa di polaroid, di vecchie foto riviste dopo anni e di risate nelle sale delle nostre case alle riunioni di famiglia scherzando su come eravamo piccoli noi figli.

Quella Ypsilon 10 non arrivò mai in Sicilia.

La famiglia Green non ha mai potuto ridere e scherzare sulle loro foto di quella vacanza.

Sulla A3, la Salerno-Reggio Calabria, la vacanza felice della famiglia Green si scontrò contro l’avidità umana.

La loro macchina fu scambiata per quella di un gioielliere locale e trivellata di proiettili da chi voleva rapinarlo.

La Ypsilon 10 trivellata di colpi non trasportava gioielli, o meglio, non trasportava gioielli che potevano rendere ricchi vendendoli.

Trasportava i gioielli di due genitori: i figli.

Nicholas stava dormendo, come tutti i bambini si era addormentato sul sedile posteriore e un proiettile lo raggiunse alla testa.

La famiglia Green venne soccorsa e Nicholas fu trasportato al centro neurochirurgo del Policlinico di Messina e operato.

Il 1° ottobre del 1994 venne dichiarato il decesso (presumo per morte cerebrale) e i genitori fecero qualcosa di assolutamente straordinario per l’epoca: donarono gli organi.

Una scelta che da noi apparì innovativa mentre negli Stati Uniti probabilmente stava diventando consuetudine.

La morte del piccolo Nicholas salvò 7 persone: due adulti e tre adolescenti ricevettero gli organi donati da Nicholas e altre due persone riacquistarono la vista grazie alla donazione delle cornee.

Non lo so, o meglio, non lo so ma ho visto più volte da vicino quanto dolore c’è alla morte di un figlio.

E’ incontenibile, devastante, ti si rompe il cuore in talmente tanti pezzi che è come se diventasse polvere all’istante.

Come quando all’improvviso vi cade di mano qualcosa di fragile e urtando qualcosa di estremamente duro, come può essere un evento del genere, esplode scagliando pezzi ovunque.

I coniugi Green quel dolore lo hanno a loro modo abbracciato, ne hanno a avuto cura avendo ben chiaro in mente che con quel gesto il loro bambino in un qualche modo avrebbe continuato a vivere, donando la vita e la gioia di avere ancora con se i figli ad altri genitori.

Non è facile.

Non è facile mettere il proprio cuore spezzato a tacere per un pò per prendere una decisione del genere.

Credo che in due giorni Reginald e Margaret abbiano dovuto affrontare la loro scelta, negli USA probabilmente si aveva già questa propensione alla donazione in caso di eventi che possano comportare il decesso del proprio caro, ma come tutte le cose è sempre un qualcosa che si reputa comunque lontano da quello che può essere per un bambino di soli 7 anni che doveva semplicemente fare una vacanza con mamma, papà e la sorellina.

Credo che se dovessi descrivere uno dei gesti d’amore che i miei genitori potrebbero avere nei miei confronti se dovesse capitarmi qualcosa sarebbe proprio questa: consentirmi di salvare altre persone. Sapere che il mio cuore continuerebbe a battere nel petto del figlio di altri genitori che rischiavano a loro volta di perdere un figlio, che le mie cornee consentirebbero di vedere la bellezza di un bel tramonto ad altri occhi, che tutti gli organi e tessuti che potrei donare potrebbero essere una nuova rinascita per chi conta ogni secondo di ogni ora di ogni giorno.

Vivendo le giornate sapendo di essere su una lista, in attesa di una chiamata.

Nel 1994 l’Italia era negli ultimi posti fra i paesi per numero di trapianti.

E nel 1994 grazie all’amore per Nicholas i suoi genitori fecero squillare il telefono nelle case di 7 famiglie.

Sono passati 30 anni da allora.

L’Italia, stando al report analitico del Centro Nazionale Trapianti del 2023, è al 2° posto in Europa con un tasso di 28,2 donatori per milione di abitanti, dietro alla Spagna ma davanti a Francia e Regno Unito.

Reginald e Margaret Green hanno dato dimostrazione pratica di cos’è davvero la resilienza.

Hanno saputo trasformare il loro dolore straziante in un regalo per altre 7 coppie di genitori.

Con una sola anima hanno salvato 7 vite, hanno regalato ricordi ad altre 7 famiglie, hanno consentito ad altre 7 persone di portare avanti la vita di Nicholas perché non andasse sprecata in quella tragedia devastante che è stato per loro dovergli dire addio.

Sono sicura che da qualche parte qua in Italia quel cuore sta ancora battendo e chiunque l’abbia ricevuto gli avrà fatto provare innumerevoli emozioni.

Reginald Green ha scritto due libri: “Il dono di Nicholas” (in inglese “The Nicholas Effect”) e “Il dono che guarisce” (in inglese “The Gift that Heals”), dal primo nel 1998 venne tratto anche un omonimo film.

Credo che “Il dono che guarisce” esprima esattamente quello che può fare un gesto del genere. Guarire o meglio, lenire il dolore, sapendo che da qualche parte c’è qualcuno che vive grazie a Nicholas e a tutti coloro che hanno donato e chi è guarito grazie a un amore che è andato oltre al dolore

Grazie.

Grazie a chi dona.

Grazie a chi fa si che il gesto di ogni persona che regala la nuova vita a una o più persona consenta ad altre famiglie di amare anche il donatore al pari del proprio familiare.

Grazie a tutti i colleghi, Medici, Infermieri, OSS, Operatori del Centro Trapianti, che si mettono al lavoro a qualsiasi ora per portare avanti la possibilità di ricevere una nuova vita grazie a un gesto di amore di qualcuno.

A tutti voi, GRAZIE.

Report Preliminare – DONAZIONI E TRAPIANTI 2023

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