I protagonisti del progetto sperimentale, reso operativo grazie alla donazione della sig.ra Alessandra Cantimori all’AUSL di Bologna, vede tra i protagonisti gli infermieri del servizio domiciliare.
Oltre 700 pazienti potranno beneficiare di una maggior efficienza del monitoraggio della terapia anticoagulante (TAO) grazie all’utilizzo dell’innovativo dispositivo diagnostico portatile POCT (point of care test), con il quale si è passati da un prelievo venoso a quello capillare (meno invasivo per il paziente) per la lettura dell’INR.
Questo sistema – oltre a garantire la visualizzazione del dato INR in tempo reale e il suo invio telematico al Laboratorio Unico Metropolitano, che dopo un’opportuna verifica di qualità e validazione lo condivide nella cartella clinica digitale del paziente per l’adeguamento del piano terapeutico da parte del curante prescrittore – riduce il disagio del paziente che non deve più sottoporsi al prelievo venoso, procedura più dolorosa e talvolta di difficile esecuzione. Senza escludere la riduzione dei tempi di lavoro per i professionisti che, nella versione classica, impegnavano oltre due ore per riuscire ad eseguire i prelievi ai pazienti ogni mattina.