“L’altra sera verso le 22,30 ho iniziato a sentire dei dolori, ma ho pensato che non c’era fretta anche perché abito vicino all’ospedale – spiega la mamma – e le contrazioni arrivavano ogni cinque minuti. Così ho fatto una doccia calda e ho preparato la valigia. Poi sono uscita con mio marito, lasciando a casa, con la zia, gli altri due figli, una bimba di 10 anni e un maschio di 8. Ma quando sono arrivata a un passo dalla macchina mi sono bloccata per i forti dolori, ero come paralizzata, non riuscivo neppure a muovere i piedi”.
All’improvviso la situazione precipita, perché Jad ha davvero tanta fretta di venire al mondo. “Ho sentito qualcosa che non andava, poi che il bambino stava per uscire. Allora ho chiamato il 118, perché parlo l’italiano meglio di mio marito. Chiedevo un’ambulanza, perché non sapevo che fare, ma l’infermiera ha capito subito che non c’era tempo da perdere. È stata lei a salvare me e il mio bambino e ora voglio conoscerla per ringraziarla e abbracciarla“, racconta commossa Laila, che ripercorre ogni secondo di quei minuti.
“L’operatrice mi ha detto di non chiudere il telefono, mi ha inviato un link che ho aperto subito e mi sono trovata in una videochiamata. Le dicevo che avevo rotto le acque e che il bambino stava nascendo, lei allora mi ha detto ’togli i pantaloni’. Jad è nato subito dopo e sono riuscita a entrare in auto, ho sentito per un attimo la sua voce e poi non piangeva più”. È il momento peggiore per Laila: “Faceva tanto freddo, tremavo io e il bambino. Allora l’infermiera ha visto che avevo al collo una sciarpa e mi ha chiesto di toglierla e di avvolgerla attorno al bimbo. Poi ha detto di entrare in macchina, di chiudere le porte e di accendere l’aria calda. E ho sentito che era vivo – ricorda con gioia la mamma –, perché respirava e non era gelato”.
L’incubo finisce con l’arrivo dell’ambulanza. “Il bambino l’ha preso una dottoressa e io mi sono sentita subito più tranquilla. In pochi minuti siamo arrivati al Pronto soccorso di Bentivoglio e ho visto tanta gente fuori. Ho pensato che ci fosse una riunione, ma poi ho capito che erano lì per me – qui la voce si spezza per la commozione –. Grazie a tutti”.
In allegato la Rassegna Stampa:
Quotidiano-nazionale-prima-pagina
QN – Intervista all’infermiera Elisa Nava
Prima pagina Il Resto del Carlino Bologna
Il Resto del Carlino Bologna – la storia di Laila e intervento del 118
La stampa – Parto precipitoso con infermiera 118