Valentina Fortuna aveva il sogno dell’Inghilterra e lo ha realizzato tre anni fa, quando dopo aver superato l’esame per convertire la sua laurea in infermieristica, è stata assunta dal Royal Papworth Hospital nel Cambridgeshire: “Fin dai tempi del liceo mi sono concentrata sull’inglese pensando che mi sarebbe stato utile per poter lavorare all’estero e così è stato. Nel Regno Unito mi sono ambientata e integrata. Avevo un ottimo lavoro da infermiera (quello per cui avevo studiato in Sicilia, dove ho trovato molte difficoltà nel trovare lavoro) ma poi è arrivato il Covid”.
Valentina, come hai vissuto la diffusione del virus dall’inghilterra? Come guardavi all’Italia mentre lavoravi fra le corsie del Royal Papworth?
“Abbiamo visto i pazienti affetti da Covid aumentare in modo esponenziale e osservavo l’Italia che era in una fase più avanzata rispetto al Regno Unito. Ho visto il vostro lockdown mentre io ero, a mio parere, circondata da una eccessiva leggerezza. Avevo paura che sarebbe successo anche da noi tutto quello che vedevo e alla fine è stato così”.
A un certo punto hai deciso di tornare in Italia, giusto?
“Sì. Non so dare un nome a quello che ho provato, ma mi sono sentita come intrappolata in un paese che non era il mio. Non potevo tornare a casa, non potevo spostarmi da lì e ho così iniziato a pensare di aiutare il mio di paese invece che quello (sebbene ci tessi tanto bene). Ho visto che il Sant’Orsola avrebbe potuto offrirmi un’opportunità e ho tentato il concorso, che poi ha avuto esito positivo. Ho scelto il policlinico di Bologna perchè sapevo che vi si pratica la terapia di ossigenazione extracorporea a membrana (Ecmo), tecnica che si praticava anche a Cambridge.
La cosa più difficile che hai dovuto affrontare?
“Fare tutto da sola. Essere soli e lontani da casa è dura”.