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Bambino rischia di soffocare. “Salvato via app” grazie all’infermiere del 118

Bambino rischia di soffocare. “Salvato via app” grazie all’infermiere del 118

Bambino rischia di soffocare. “Salvato via app” grazie all’infermiere del 118
| sabato 2 Gennaio 2021

All’inferno e ritorno. Tutto nel giro di 23 minuti che Stefania, bolognese doc, e il marito torinese Michele hanno vissuto l’antivigilia di Natale con il loro primogenito Patrick, 2 anni. Motivo? Un pezzetto di mozzarella che stava per soffocarlo. Poi, però, ci hanno pensato una App (FlagMii , usata da poco più di un anno da Emilia-Romagna e Piemonte, che permette di ridurre i tempi di intervento e di aiutare l’operatore dell’emergenza a vedere con i propri occhi seppur a distanza, ndr ) e un infermiere del 118 del Maggiore, Daniele Celin, in versione angelo, a far finire questa brutta storia con un lieto fine.

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Giusto Stefania?
“Giustissimo. Diciamo che se non fosse stato per lui e per il suo sangue freddo, poi per il Maggiore e il Sant’Orsola, ora per noi sarebbe una tragedia immane”.

Andiamo per ordine. Tutto comincia quando?
“La sera del 23 dicembre, erano circa le 19, stavamo facendo la pizza e il nostro Patrick zompettava per la cucina in attesa di un pezzo di mozzarella”.

Un ’premio’ che ha ottenuto…
“Sì, ma appena mandato giù ha iniziato a far fatica a respirare. Il suo volto era viola. Nostro figlio stava soffocando. Con le classiche manovre siamo riusciti a fargli uscire un pezzetto del cibo, ma tutto è stato inutile, il suo volto era sempre più viola e ha perso i sensi”.

Così avete chiamato il 118.
“Mi hanno chiesto cosa era successo e da dove stavamo chiamando, poi mi hanno passato un infermiere (Daniele Celin, ndr ) il quale, con un sangue freddo incredibile, ci ha chiesto di poter vedere con i propri occhi ciò che stava accadendo e di poter teleguidare nelle manovre rianimatorie mio marito”.

In che modo?
“Mi ha inviato un messaggio, mi ha detto di accettarlo e di attivare la videocamera che io continuavo a puntare sul mio bimbo e su mio marito che stava praticando il massaggio cardiaco. Attraverso la telecamera l’operatore ha corretto ogni azione, ogni movimento delle mani di Michele, era come se fosse lì accanto a noi. Sapevamo esattamente cosa fare grazie alle sue direttive precisissime”.

Quanto è durata la telefonata?
“Ventitré minuti ed è continuata anche dopo l’arrivo del medico e dell’ambulanza. Diciamo che è stata una congiunzione astrale perfetta”.

Lei parlava del sangue freddo di Daniele, l’infermiere, ma anche il vostro non è stato mica da meno, non crede?
“Ancora adesso io e Michele non sappiamo come abbiamo fatto a restare calmi. Davanti a noi c’era la vita di nostro figlio, ma mi creda…”.

Cosa?
“La serenità del soccorritore è stata decisiva”.

Il piccolo Patrick poi è stato ricoverato?
“Sì, subito portato al Sant’Orsola dove è stato operato e fino al 25 è rimasto in rianimazione. Poi trasferito in Pediatria d’urgenza fino al 28 e il giorno successivo dimesso”.

E ora come sta?
“Vuole la verità?”.

Certo…
“Meglio di prima (ride con dolcezza, ndr ). Sembra non abbia mai avuto nulla, i bimbi hanno una capacità di ripresa incredibile. Ma se non fosse stato per Daniele e gli altri angeli…”.

Fonte dell’intervista: Bologna Il Resto del Carlino

 

Ieri (ndr 3 gennaio 2021) il piccolo Patrick e i suoi genitori sono andati a salutare e ringraziare i professionisti della Centrale operativa del 118. Qui, hanno incontrato l’infermiere Daniele Celin che – grazie alle Indicazioni Per Arrivo e alla tempestività delle manovre di rianimazione cardiopolmonare –  insieme ai genitori ha permesso al piccolo di tornare a sorridere e giocare.

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