(DIRE – www.dire.it)
In Italia 120mila adolescenti con la sindrome Hikikomori: connessi più di 12 ore al giorno: quando l’isolamento diventa patologico si parla di un fenomeno chiamato Hikikomori, che in Italia coinvolge circa 120 mila adolescenti che trascorrono su internet oltre 12 ore al giorno, mostrando sintomi importanti di patologie psichiatriche.
In tema di dipendenze, rischi maggiori per le ragazze, mentre per tutti c’è allarme su ore di sonno perse, difficoltà nello studio con crescente distrazione nell’apprendimento, disattenzione generica nella vita di tutti i giorni e problemi della vista. Questi i principali risultati emersi dalle ricerche della Società Italiana di Pediatria (Sip) nel Position Statement riguardante i preadolescenti e adolescenti nella fascia d’età tra gli 11 e i 17 anni.
L’utilizzo compulsivo dello smartphone configura il rischio di dipendenza.
Ma come riconoscerla, distinguendola dalla semplice abitudine? Attualmente pochi Paesi classificano la dipendenza da internet e quella da smartphone come vere patologie. I tratti riconoscibili individuati finora indicano ansia e irritabilità dopo un periodo di astinenza, tentativi falliti di spegnere il telefonino e compromissione delle relazioni sociali. La dipendenza è associata a sbalzi d’umore, isolamento, perdita del controllo, ansia, astenia e depressione. Internet spesso rappresenta un rifugio soprattutto per i soggetti più timidi e con difficoltà a instaurare relazioni: evidenze scientifiche hanno confermato che la dipendenza dagli smartphone può essere causata soprattutto da noia e solitudine.
In generale, le ragazze sono le più esposte all’utilizzo eccessivo dei media device, per loro il rischio è 3 volte maggiore rispetto ai ragazzi perché trascorrono più tempo soprattutto alla ricerca di maggiori relazioni sociali.
UN LUOGO PROTETTO A BOLOGNA
Da oggi Bologna ha un “luogo protetto di socializzazione” destinato agli adolescenti con sindrome di Hikikomori. E’ il cuore di un progetto che sta per essere avviato a Bologna, più precisamente al Navile, negli spazi del centro socioeducativo di via Dall’Arca.
Il progetto si chiama “Dare spazio” ed è stato presentato al Quartiere dall’Associazione hikikomori Italia genitori onlus, con l’obiettivo di offrire a ragazzi e ai giovani in condizione di “ritiro sociale volontario” un luogo protetto di socializzazione all’interno di spazi già dedicati ai giovani: così viene spiegato in un atto approvato dalla direzione del Navile.
Il progetto “è stato positivamente valutato dalla responsabile del Servizio educativo scolastico territoriale e dal presidente del Quartiere- continua il provvedimento- come importante attività di integrazione sociale dei ragazzi e per il loro positivo inserimento nel tessuto del territorio”. Il progetto inizierà nel corso di questo mese e durerà complessivamente un anno, con uno step intermedio dopo sei mesi al termine del quale si valuteranno i risultati in corso d’opera.