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Tumori: in Italia assistenza domiciliare prevista solo dal 65% delle Oncologie

Tumori: in Italia assistenza domiciliare prevista solo dal 65% delle Oncologie

Tumori: in Italia assistenza domiciliare prevista solo dal 65% delle Oncologie
| giovedì 4 Aprile 2019

In Italia sono attivi 332 reparti di Oncologia e quasi l’80% (78,9%) ha un servizio di supporto psicologico, ma ancora troppo pochi, solo il 65%, garantiscono l’assistenza domiciliare. Una forbice che si allarga spostandosi lungo la Penisola: al Nord le cure domiciliari sono infatti assicurate dal 70% delle strutture rispetto al 52% del Sud, nonostante sia stato dimostrato che, se fosse assicurata un’adeguata assistenza domiciliare e palliativa, la degenza in ospedale si ridurrebbe da 20 a 4 giorni, con un risparmio di circa 2.000 euro a paziente.

I dati sullo stato dell’Oncologia nel nostro Paese emergono dal convegno nazionale organizzato oggi al Senato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ed evidenziano luci e ombre nella cura del cancro.

Vanno superate le differenze territoriali nell’assistenza, che ancora oggi alimentano le liste di attesa e le migrazioni regionali, costringendo una significativa percentuale di pazienti a spostarsi dal proprio domicilio – spiega Stefania Gori, presidente nazionale AIOM -. La svolta è rappresentata dalla reale istituzione delle reti oncologiche regionali, attive solo in Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta, Veneto, Toscana, Umbria, Liguria, Puglia e nella Provincia autonoma di Trento. La concreta realizzazione di questi network – sottolinea – consentirà di migliorare i livelli di appropriatezza e di risparmiare risorse da utilizzare per velocizzare l’accesso ai farmaci innovativi“.

Oggi, in Italia, il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi ed il nostro Paese presenta un quadro di sopravvivenza pari o superiore alla media europea. Tuttavia, altra priorità è “migliorare il livello tecnologico dei centri, sia in ambito diagnostico (radiologia e biologia molecolare) che chirurgico e radioterapico – sottolinea Giordano Beretta, Presidente eletto AIOM -. Oggi, ad esempio, la radioterapia è impiegata nella cura del 60-70% dei pazienti oncologici e si stima che il suo fabbisogno in Europa aumenterà di oltre il 15% nei prossimi 10 anni“.

Fonte: Ansa

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