Antonio D’Avino ricorda che il ministero della salute ha attivato, anche per l’estate 2019, il sistema nazionale per la prevenzione delle ondate di calore, attraverso cui è possibile consultare in tempo reale on-line i dati relativi a 27 città italiane, tra cui Napoli. Uno strumento fondamentale, ancor più perché i bambini sono estremamente sensibili alle temperature e al rischio di disidratazione.
“Il meccanismo è legato in gran parte alla sudorazione, i più piccoli sudano di più e non riescono a disperdere efficacemente il calore. I bimbi che ancora non hanno iniziato a parlare, al di là del pianto, non sono in grado di far capire al genitore quali siano le sue esigenze, ecco perché è importante farli bere”. E poi ci sono i rischi legati all’aria condizionata e alle uscite in orari inadeguati. I pediatri chiariscono che non è un male rinfrescare gli ambienti, ma è cruciale evitare di abbassare troppo la temperatura. L’ideale è di tenere una temperatura che non sia più di 3 gradi in meno rispetto alla temperatura esterna e chiaramente evitare brusche escursioni termiche, tra il caldo e il freddo e viceversa. Nelle ore centrali della giornata il bambino deve essere tenuto a casa o comunque in un luogo fresco. Se lo si porta in spiaggia si deve evitare assolutamente la fascia tra le 11 e le 17.
“Importante- conclude D’Avino- prestare grande attenzione all’alimentazione: meglio scegliere tanta frutta e verdura, che contengono un’alta percentuale di liquidi e di sali minerali, che si perdono con la sudorazione. Pochi grassi, che servono all’organismo per produrre calore del quale, chiaramente, non c’è alcun bisogno. Imperativo avere sempre con sé una bottiglietta d’acqua o il biberon, per far bere il bambino ogni volta che ha sete. Se è ancora allattato al seno è bene ridurre il tempo tra una poppata.
Fonte: www.dire.it