La neonata, della provincia parmense, era arrivata con i genitori una settimana fa all’ospedale ducale per un’infezione delle vie respiratorie
BOLOGNA – Una neonata di 20 giorni e’ morta di pertosse ieri pomeriggio al Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Era stata trasferita ieri mattina dalla terapia intensiva neonatale dell’Ospedale dei bambini di Parma in seguito a un improvviso peggioramento delle condizioni. La neonata, della provincia parmense, era arrivata con i genitori una settimana fa all’ospedale ducale per un’infezione delle vie respiratorie. Vista l’eta’ e le condizioni, la piccola era stata subito presa in carico dagli specialisti dell’Ospedale Maggiore di Parma, che hanno riscontrato il germe della pertosse quale causa dell’infezione.
Dopo alcuni giorni di “grave impegno respiratorio”, in cui pero’ il quadro appariva “clinicamente stabile”, nella prima mattinata di ieri, venerdi’ 29 marzo, si e’ verificato un “immediato e improvviso peggioramento delle condizioni”. E’ stato quindi necessario il trasferimento alla Rianimazione pediatrica del Sant’Orsola di Bologna, dove pero’ la bimba e’ deceduta poco dopo l’arrivo. Come vuole la prassi, l’Ausl di Parma ha avviato un’indagine epidemiologica volta a stabilire la natura del contagio. La madre era stata vaccinata contro la pertosse nel terzo trimestre di gravidanza. “La tragedia che ha colpito questa famiglia rende evidente l’importanza della vaccinazione”, spiegano dai due ospedali di Parma e Bologna.
La pertosse infatti e’ “estremamente pericolosa per i neonati”.
La vaccinazione universale dunque e’ “fondamentale per limitare la circolazione del batterio e proteggere i piu’ piccoli che non hanno ancora raggiunto l’eta’ per essere protetti attraverso la vaccinazione, possibile solo dal compimento del secondo mese di vita”. Per ovviare alla temporanea mancanza di protezione, continuano dal Sant’Orsola, “e’ consigliata la somministrazione del vaccino alla madre nel terzo trimestre di gravidanza, come era effettivamente avvenuto in questo caso. La trasmissione al feto attraverso la placenta degli anticorpi da lei prodotti e’, infatti, l’unica possibilita’ per provare a proteggere il bambino nelle prime settimane di vita”. Variando pero’ “il grado di immunizzazione in base a fattori individuali, non e’ possibile garantire una sicurezza al 100% finche’ la malattia non sara’ eradicata, come e’ avvenuto con il vaiolo grazie alla vaccinazione”. Anche questo “deve indurre ad estendere il piu’ possibile la vaccinazione, per proteggere i neonati e chi non risponde alla vaccinazione con un’immunizzazione sufficiente”.
L’Ausl di Parma e il Policlinico di Bologna “esprimono le piu’ sentite condoglianze alla famiglia in questo momento di profondo dolore e vicinanza agli operatori che hanno prestato le cure alla piccola”.
Fonte: www.dire.it