Per l’Ordine delle Professioni infermieristiche l’essenziale è garantire protezione ai pazienti e alle fasce più deboli. “Siamo alleati di ciascuno nella battaglia per la salute”
L’Ordine delle Professioni infermieristiche di Bologna sostiene la scelta della Regione Emilia-Romagna secondo cui solo gli operatori immuni nei confronti di morbillo, parotite, rosolia e varicella potranno lavorare nei reparti ‘a rischio’, ovvero in quello di oncologia, ematologia, neonatologia, ostetricia, pediatria, malattie infettive, nei Pronto soccorso e nei Centri trapianti dell’Emilia-Romagna.
“In un mondo ideale – spiega il presidente dell’Ordine Pietro Giurdanella – non dovrebbe essere necessario introdurre l’obbligo: dovrebbe bastare il senso di responsabilità e la coerenza con la scelta compiuta intraprendendo la professione infermieristica o medica a far sì che ognuno, se non è già immune, si vaccini per difendere i pazienti che si affidano alle sue cure”.
“Quando così non è – prosegue Giurdanella – ben venga una misura che mette al centro la difesa dei più fragili e al primo posto l’interesse dei pazienti. Noi infermieri siamo in corsia ogni giorno per mettere la nostra professionalità e le nostre competenze a servizio dei cittadini. Siamo alleati nella battagli di ciascuno per la salute. Non possiamo accettare di divenire noi strumento di contagio”.
Si tratta, ricorda l’Ordine delle Professioni infermieristiche di Bologna, di una possibilità neanche così remota. In Emilia-Romagna, dal 2012 al 2016, su 464 casi di morbillo che si sono complessivamente registrati, ben 61 hanno interessato operatori sanitari, tra infermieri, medici e ostetriche. “Si tratterà – conclude il presidente dell’Ordine – di studiare insieme le modalità migliori per applicarla, ma questa è una norma di civiltà che come infermieri non possiamo che sostenere”