Il messaggio è chiaro: per calmare la tosse nei bambini –ma anche negli adulti- la codeina è necessaria solamente in pochi e specifici casi valutati attentamente dal medico. Eccellente da un punto di vista farmacologico, l’utilizzo di sciroppi che la contengono effettuato senza un’indicazione chiara può portare a importanti effetti collaterali.
Un derivato dell’oppio nato nel 1832
La codeina –nota anche con il nome di metilmorfina- è una molecola che si ottiene facilmente dalla trasformazione della morfina proveniente dalla pianta del papavero da oppio. Mentre la morfina veniva utilizzata già da centinaia di anni, il primo ad isolare e a caratterizzare da un punto di vista chimico la codeina fu il chimico francese Pierre Jean Robiquet nel lontano 1832.
La codeina agisce sul cervello
Una volta dopo l’assunzione la codeina raggiunge il fegato e qui viene trasformata in morfina-6-glucuronide e morfina-3-glucuronide, i composti che hanno azione farmacologica.
«La codeina –spiega il dottor Alberto Villani, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale e Malattie Infettive dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e presidente della Società Italiana di Pediatria- è una molecola eccellente ma va utilizzata con criterio. Appartenendo alla categoria degli oppiacei, la codeina si usa come potente analgesico e come antitussivo».
Agendo a livello dei recettori oppioidi posti a livello dei neuroni, i derivati della codeina tramite questo legame garantiscono un effetto antidolorifico. Non solo, attraverso lo stesso meccanismo questi composti riducono l’attività delle aree cerebrali che controllano la tosse.
Mai indicata nelle infezioni virali
Negli anni, proprio per le spiccate capacità di sedare la tosse, gli sciroppi a base di codeina sono stati ampiamente utilizzati sia negli adulti sia nei bambini. La tosse innanzitutto è un meccanismo fisiologico che consente l’espulsione di materiale irritante dalle vie aeree. Ecco perché bisogna intervenire in maniera attenta solo quando serve.
«Pur essendo indicata come sedativo, la codeina –spiega Villani- non deve essere utilizzata in alcun modo in quelle forme di tosse che derivano da infezioni alle vie respiratorie di natura virale. Non solo, non è assolutamente da utilizzare in chi soffre di broncospasmo e asma».
I casi in cui si ricorre all’utilizzo nei bambini sono molti limitati: «E’ possibile procedere alla somministrazione di codeina quando il bambino è fortemente provato dalla tosse. Questo accade generalmente quando il piccolo è già in ospedale ricoverato e la scelta viene fatta di comune accordo con lo specialista in broncopneumologia pediatrico. Un altro caso in cui può essere somministrata è nell’eventualità di una forma di pertosse molto grave. Oltre a questi casi circoscritti la codeina non va utilizzata per la sedazione della tosse» conclude l’esperto.
Attenzione agli effetti collaterali
Tutta questa attenzione al controllo nell’utilizzo della codeina nasce dai possibili effetti collaterali portati dalla sostanza. Essendo un derivato dell’oppio la molecola, seppur con forza minore rispetto alla morfina, se utilizzata impropriamente (indipendentemente dall’età) può dare luogo al fenomeno della dipendenza. Non solo, tra gli effetti collaterali più importanti vi sono cefalea, vomito e nausea. Un motivo in più per valutarne attentamente l’assunzione.
Fonte La Stampa