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Allattare al seno? Ottimo almeno fino ai 6 mesi, ma costa molto in termini di tempo da dedicare

Allattare al seno? Ottimo almeno fino ai 6 mesi, ma costa molto in termini di tempo da dedicare

Allattare al seno? Ottimo almeno fino ai 6 mesi, ma costa molto in termini di tempo da dedicare
| mercoledì 28 Marzo 2018

Quante donne in Italia, però, riescono ad allattare in maniera esclusiva al seno i loro bambini almeno fino al sesto mese di vita? Al momento, nel nostro Paese, non esistono dati certi sulla durata e l’avvio dell’allattamento al seno, soprattutto in maniera esclusiva. Da una survey del 2014 promossa dal Tavolo Tecnico Operativo Interdisciplinare sulla Promozione dell’Allattamento al Seno (TAS) del Ministero della Salute, tuttavia, è emerso che nei primi giorni di vita comincia ad allattare al seno, anche se magari non in maniera esclusiva, oltre il 90 % delle donne, ma arriva a farlo esclusivamente al seno alla dimissione dall’ospedale il 77 %, quota che si riduce al 31 % a 4 mesi e al 10% a 6 mesi di vita.

Allattare al seno è un piacere? Non sempre
L’allattamento al seno dovrebbe essere un piacere per mamma e bambino. Se è vero come lo è che il latte materno è a costo zero rispetto a quello formulato, è altrettanto vero che farlo comporta un notevole dispendio di tempo. È stato calcolato per le mamme australiane, ma i risultati sono verosimili in tutte le parti del mondo, che le donne che allattano al seno in maniera esclusiva spendono, in media, 5 ore in più a settimana di tempo, rispetto alle donne che alimentano i loro bambini con latte formulato.

«Favorire l’allattamento al seno è un dovere sociale ed etico che impegna le mamme, il pediatra, ma che deve coinvolgere tutta la società. Valorizzare la cultura della maternità, riconoscendo dignità e apprezzamento all’accudimento dei bambini è parte essenziale del successo dell’allattamento al seno-afferma Alberto Villani, Presidente della Società Italiana di Pediatria – Se l’impegno e la dedizione richieste alle donne di diventare madri e dedicarsi ai figli non solo non viene gratificato, ma è penalizzato e dequalificato nella scala dei valori, non saranno mai sufficienti tutte le azioni finora adottate nella promozione dell’allattamento al seno.

Nella nostra società avere un figlio e dedicarsi alla sua crescita è considerato troppo poco, sicuramente meno importante del lavoro e della carriera. Solo cambiando la scala dei valori, l’allattamento potrà essere vissuto con la giusta serenità e per il giusto tempo. Riconoscimento sociale e valorizzazione del ruolo materno sono la chiave per ottenere i migliori risultati».

Impossibile fare previsioni sulle quantità
Quando si allatta al seno, a differenza di quando succede se il neonato è nutrito con latte artificiale, non è possibile calcolare ogni quante ore sarà necessario farlo: bisogna assecondare le necessità del bambino e tenere ben presente che più volte si attacca al seno, maggiore sarà la produzione di latte il giorno successivo.

Più raramente il neonato si attacca al seno, più scarsa sarà la produzione di latte materno. Partendo da questo presupposto si intuisce come ogni donna può allattare e come abbia poco senso dire che il latte materno non scende o non c’è: tutto dipende da quante volte il bambino si attacca al seno e da quanto succhia e da quanto ogni donna, abbia la pazienza, la volontà e la disponibilità di tempo per assecondare questa millenaria legge di natura.

Un ostacolo all’allattamento, soprattutto inizialmente può essere rappresentato da un attacco erroneo al seno del neonato. Se la posizione è sbagliata, infatti, sul seno materno possono comparire le ragadi, vere e proprie ferite, a volte sanguinanti che determinano la comparsa di forte dolore e disagio.
Non mancano i documenti ufficiali che spiegano come, migliorando l’attacco del neonato, questo problema si possa efficacemente prevenire .

Spesso, infine, se il neonato piange le mamme possono essere portate a pensare che lo faccia per fame, perché il latte materno non è sufficiente e quindi tendono ad aggiungere latte artificiale. Le aggiunte, però, non andrebbero somministrate se non per fini medici ben precisi. Bisognerebbe evitare di somministrarlo anche al fine di non ridurre il numero di volte che il bambino si attacca al seno e poi perché con l’allattamento misto (biberon\seno), il bambino può succhiare in maniera scorretta e questo può favorire la comparsa di ragadi.

Fonte La Stampa

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