Piu’ di 40 monumenti illuminati di viola, una maratona non competitiva di 5 chilometri e un concorso fotografico. Sono queste alcune delle iniziative presentate oggi al Palazzo dell’Informazione di Roma in occasione del World Pancreatic Cancer day, che si celebra quest’anno in tutto il mondo il 17 novembre per attirare l’attenzione su uno dei tumori piu’ aggressivi, con uno tra i piu’ alti tassi di mortalita’ e che fa ancora molta paura.
Una patologia aggressiva e diffusa: Secondo gli ultimi dati dei Registri tumori italiani (http://www.registri-tumori.it/PDF/AIOM2016/I_numeri_del_cancro_20 16.pdf ) con oltre 13 mila nuove diagnosi ogni anno in Italia, il tumore al pancreas e’ uno tra quelli piu’ temuti. Ha un’incidenza pari al 4% di tutte le neoplasie tra maschi e femmine e, nelle donne con oltre 70 anni, e’ tra i cinque tumori piu’ frequenti. L’andamento temporale dell’incidenza di questa neoplasia e’ in crescita significativa tra gli uomini. In termini di sopravvivenza si tratta di una delle forme tumorali piu’ aggressive: solo il 7% degli uomini e il 9% delle donne sopravvivono a 5 anni, senza sensibili scostamenti di prognosi negli ultimi 20 anni. E secondo le stime piu’ recenti le cose sono destinate a peggiorare: si prevede che nel 2020 il tumore al pancreas arrivera’ al secondo posto tra le cause di morte per cancro. Ad oggi non esistono metodi per la diagnosi precoce del carcinoma del pancreas. La malattia e’ per lungo tempo asintomatica e solamente il 7% dei casi viene diagnosticato in stadio iniziale. L”asportazione completa del tumore resta la terapia d”elezione, ma la chirurgia pancreatica e” una pratica molto difficile.
Gli ultimi 5 anni hanno visto una vera rivoluzione nel trattamento medico di questa patologia rispetto ai venti anni precedenti. “Questi progressi sono rappresentati da chemioterapie di combinazione molto piu’ attive che in passato- spiega Davide Melisi, ricercatore e responsabile dell’unita’ di ricerca di Oncologia Clinica Molecolare dell’Apparato Digerente presso l’Universita’ di Verona- ma soprattutto nella comprensione che la formulazione ”nanotecnologica”- all’interno di particelle di dimensioni milioni di volte piu’ piccole di un millimetro- di farmaci chemioterapici classici precedentemente poco attivi ne aumenta significativamente l”efficacia. Questi farmaci nanotecnologici, il nab-paclitaxel ed il nal-Iri- rappresentano oggi rispettivamente la piu’ solida terapia di prima linea e- speriamo disponibile a breve anche in Italia- di seconda linea per il trattamento di questa malattia cosi’ aggressiva”.
Centri di alta specialita’ a garanzia dei pazienti
Quando praticabile, tuttavia, il trattamento chirurgico rimane la via d’elezione. In Italia, in particolare, la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo) si e’ mobilitata affinche’ i malati di cancro al pancreas, laddove sia possibile praticare un intervento chirurgico- si rivolgano a quelle strutture con maggiore esperienza. “Per questo motivo- esorta Francesco De Lorenzo, presidente Favo- chiediamo alle autorita’ italiane di fare in modo che il decreto sui presidi, che prevede il rispetto di alcuni standard ed e’ finora stato attuato soltanto nella regioni Piemonte e Toscana, venga esteso in tutta Italia. Questo per evitare che i malati di cancro debbano andare presso quelle strutture dove vengono operati appena 4 o 5 pazienti in un anno, con evidenti ripercussioni negative per questi ultimi. Quindi noi speriamo che ci sia una mobilitazione anche in Italia, anche attraverso l’impegno di Favo”. L’elenco dei Centri e’ disponibile su www.oncoguida.it.
Tra i fattori di rischio, il fumo e’ in prima linea: la proporzione di carcinoma pancreatico in chi accende la sigaretta e’ dell’ordine del 20-30% nei maschi e del 10% nelle femmine. Ma possono influire anche obesita’, ridotta attivita’ fisica, alto consumo di grassi saturi e scarsa assunzione di verdure e frutta fresca. “L”incremento dell’incidenza del tumore al pancreas preoccupa molto- dichiara Carmine Pinto presidente Associazione italiana di oncologia medica (Aiom)- Sotto accusa sono gli stili di vita, soprattutto la scorretta alimentazione e l’eccesso di peso. Ecco perche’ l’Aiom ormai da diversi anni sta conducendo un’ampia campagna informativa, in particolare rivolta ai giovani. È fondamentale inoltre sviluppare i percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta) all’interno delle reti oncologiche. Solo i percorsi e le reti possono garantire per volumi ed esiti, per professionalita’, tecnologie, professionalita’ e quindi per la disponibilita’ di team multidisciplinari il migliore accesso alle cure per questa patologia neoplastica”.
Le iniziative e l’impegno delle associazioni
“Il tumore del pancreas nel 2030 sara’ la seconda causa di morte per neoplasia. Fondamentale e’ l’informazione su come i corretti stili di vita e lo screening per la diagnosi precoce in soggetti a rischio molto elevato possano portare alla prevenzione e ridurre la mortalita”- spiega Gabriele Capurso, responsabile ambulatorio malattie del pancreas, gastroenterologia, Ospedale Sant’Andrea, Universita’ Sapienza, Roma- Ogni anno in tutto il mondo il mese di novembre viene dedicato a promuovere la consapevolezza sull’importanza della ricerca per il tumore al pancreas.
(Comunicati/Dire)