Per oltre due giorni intrappolati nell’hotel schiacciato dalla slavina, ma ancora vivi. “So che può sembrare incredibile, ma in questi casi non è come essere sepolti sotto la neve: l’edificio, che evidentemente era ben costruito, ha mantenuto delle zone integre al piano terra o al seminterrato, isolate dalla coltre neve e dai detriti come fossero un airbag, ma con preziose sacche d’aria all’interno. Un ‘effetto campana’ che, evidentemente, ha isolato anche i superstiti, tenendoli al freddo, ma ha consentito loro di sopravvivere”. E’ l’analisi di Adelina Ricciardelli, past president Fimeuc (Federazione italiana medici dell’emergenza-urgenza e delle catastrofi), che spiega all’AdnKronos Salute: “A questo punto sono prevedibili traumi e problemi legati al freddo e alla disidratazione”.
“Se alcune stanze sono rimaste quasi integre, anche se isolate dal resto dei locali, allora c’è spazio per la speranza. Nonostante l’abbondante nevicata, queste persone non sono state sorprese da una slavina in mezzo alla neve – riflette l’esperta – Per questo le possibilità di sopravvivenza erano maggiori. Anche se in passato – aggiunge – ricordo di un ritrovamento dopo 2 giorni sotto la neve di una persona ancora viva”.
Fonte Adnkronos salute