La Sla e’ una malattia neurodegenerativa in grado di provocare la morte dei neuroni che controllano il movimento. Nei pazienti che ne soffrono si osserva una progressiva perdita della capacita’ di muoversi, parlare, deglutire e, in fase terminale, anche di utilizzare i muscoli deputati alla respirazione. Secondo quanto riportato sulla rivista Clinical Therapeutics, il modello murino di Sla utilizzato dai ricercatori americani e’ caratterizzato da una maggiore permeabilita’ intestinale e da un’alterata composizione del microbioma, con una netta riduzione dei batteri che producono butirrato.
Dal momento che le modificazioni a livello intestinale sembrano insorgere nei topi prima dei sintomi tipici della Sla, gli studiosi hanno ipotizzato che, come gia’ dimostrato per altre malattie neurologiche, l’omeostasi intestinale e la composizione del microbioma possano svolgere un ruolo anche nello sviluppo della patologia. “L’intestino e il cervello sono collegati, quindi non siamo sorpresi che la salute del primo impatti sulla funzionalita’ del secondo” dichiara Jun Sun, coordinatrice dello studio. I ricercatori, sulla base dei risultati ottenuti nei topi, ipotizzano che l’alterazione del microbioma e la perdita dell’omeostasi intestinale siano associati alla patofisiologia della Sla. Inoltre, l’efficacia del butirrato nel ristabilire l’equilibrio intestinale e nel ritardare la progressione della malattia suggerisce la possibilita’ di individuare in questo composto una nuova opportunita’ terapeutica. A tal proposito, Jun Sun sottolinea che “attualmente e’ disponibile un unico farmaco per il trattamento della Sla, che e’ in grado di aumentare la sopravvivenza dei pazienti solo di pochi mesi”. E aggiunge: “Il butirrato e’ gia’ disponibile sul mercato americano come supplemento e i risultati preliminari ottenuti nei topi sono molto promettenti: ecco perche’ riteniamo necessario condurre nuovi studi per verificare i suoi effetti nei pazienti affetti da Sla”.
I ricercatori hanno quindi deciso di somministrare a un gruppo di topi transgenici sodio butirrato sciolto in acqua per un periodo di due mesi e mezzo: i dati ottenuti indicano che, rispetto al gruppo di controllo, i roditori trattati hanno mostrato uno dei primi sintomi della Sla, ovvero la perdita di peso, con un ritardo di 40 giorni. La somministrazione di butirrato e’ risultata associata a una maggiore sopravvivenza, in media 38 giorni in piu’ rispetto ai topi non trattati. Gli studiosi hanno potuto rilevare anche alcuni effetti a livello intestinale, come la riduzione della permeabilita’ intestinale e la correzione della disbiosi. In particolare, nei topi trattati e’ stato osservato l’aumento sia dei batteri in grado di produrre butirrato (Butyrivibrio fibrisolvens), sia di quella popolazione di Firmicutes che risulta meno rappresentata nel modello murino di Sla.
Le persone affette da Sla a livello mondiale sono oltre 420mila, di cui circa 6mila soltanto in Italia. Alcune stime parlano di circa 14mila nuovi casi all’anno nel mondo. Cio’ significa che, ogni giorno, 384 persone sono colpite dalla malattia. (fonte: www.alsmndalliance.org). Il microbioma, la nuova frontiera della ricerca scientifica.
Il microbioma umano e’ l’insieme dei microbi che si trovano nel nostro corpo e dei loro geni. Un vero e proprio ‘superorganismo’ composto da cellule umane e non umane, dove le cellule batteriche sono 10 volte di piu’ delle nostre: 100 trilioni contro 10 trilioni. Il microbioma, principalmente quello intestinale, si modifica in funzione della dieta, dell’attivita’ fisica, delle medicine assunte e sempre piu’ studi correlano la biodiversita’ del microbioma a stati patologici quali obesita’, patologie cardiovascolari, malattie autoimmuni, depressione, patologie neurologiche, fino al processo di invecchiamento vero e proprio. (Com/Wel/ Dire)