ROMA – Al primo gennaio 2017 si stima che la popolazione italiana ammonti a 60 milioni 579mila residenti, 86mila unità in meno sull’anno precedente (-1,4 per mille). Lo segnala l’Istat diffondendo le stime 2016 degli Indicatori demografici. La natalità conferma la tendenza alla diminuzione: il livello minimo delle nascite del 2015, pari a 486mila, è superato da quello del 2016 con 474mila. I decessi sono 608mila, dopo il picco del 2015 con 648mila casi, un livello elevato, in linea con la tendenza all’aumento dovuta all’invecchiamento della popolazione. Il saldo naturale (nascite meno decessi) registra nel 2016 un valore negativo (-134mila) che rappresenta il secondo maggior calo di sempre, superiore soltanto a quello del 2015 (-162mila).
Al primo gennaio 2017 – prosegue Istat – i residenti hanno un’età media di 44,9 anni, due decimi in più rispetto alla stessa data del 2016. Gli individui di 65 anni e più superano i 13,5 milioni e rappresentano il 22,3% della popolazione totale; quelli di 80 anni e più sono 4,1 milioni, il 6,8% del totale, mentre gli ultranovantenni sono 727mila, l’1,2% del totale. Gli ultracentenari ammontano a 17mila. La fecondità totale scende a 1,34 figli per donna (da 1,35 del 2015); ciò non è dovuto a una reale riduzione della propensione alla fecondità, ma al calo delle donne in età feconda, per le italiane, e al processo d’invecchiamento per le straniere. Le straniere, infatti, hanno avuto in media 1,95 figli nel 2016 (contro 1,94 nel 2015). Le italiane sono rimaste sul valore di 1,27 figli, come nel 2015. Si conferma la propensione delle donne ad avere figli in età matura: l’età media al parto è di 31,7 anni. La speranza di vita alla nascita recupera terreno sui livelli del 2015 e marca la distanza anche da quelli registrati nel 2014, l’anno in cui si è rilevato un eccesso di mortalità, con 598mila decessi. Per gli uomini la vita media raggiunge 80,6 anni (+0,5 sul 2015, +0,3 sul 2014), per le donne 85,1 anni (+0,5 e +0,1).
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