Tutti i bambini dicono le bugie e lo fanno per diversi motivi: nascondere una verità, adattarsi a una verità o evitare un problema.
“E’ una cosa ben diversa dal voler ottenere qualcosa. Ad esempio, se i genitori sono separati, i figli piccoli generalmente negheranno di aver incontrato la compagna del padre o il nuovo compagno della madre solo per sottrarsi a ulteriori domande e/o a richieste per loro pesanti”. Non è “furbizia”, chiarisce Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma: “È un salvavita. Sono bambini talmente stressati che non ce la fanno a reggere ulteriori pesi”.
E in tema di ‘menzogna’, le differenze di genere si avvertono sin da piccoli: “I bambini maschi riconoscono a dire più bugie delle femmine– rivela lo psicoterapeuta- forse perché le ‘femminucce’ riescono a gestire le situazioni senza dover ricorrere alle bugie, oppure ne dicono di meno in quanto sono avvertite dai ‘maschietti’ come più misteriose nel modo di pronunciarsi e di dirle”.
In ogni caso, maschi o femmine che siano, le bugie non vengono dette proprio a tutti, anche se il 60% dei bambini predilige come destinatari gli adulti e un altro 22% i coetanei.
“Ai pari vengono raccontate storie incredibili piuttosto che bugie- precisa Castelbianco- perché la maggioranza dei minori sa che chi dice bugie non è furbo. Essendo profondamente onesti hanno, inoltre, una considerazione negativa verso chi dice le ‘frottole’”. Sono però “sempre pronti a giustificare le fandonie degli adulti se c’è un motivo- afferma lo psicologo-. Circa un bambino su quattro crede che gli adulti mentano per potersi difendere, perché non sono in grado di gestire le situazioni. Nel 68% dei casi si autoaccusano di essere loro a dire più bugie rispetto ai grandi. Si badi bene però- avverte lo psicologo- che i bambini considerano come possibili bugie anche le storie incredibili che amano raccontare”.
A Castelbianco “fa sorridere che gli adulti pensino sempre di poter raccontare le cose non vere pensando di farla franca. I bambini sono attenti e perspicaci, riescono a scoprire sia le bugie dei coetanei che quelle degli adulti. Le avvertono dal comportamento, dall’atteggiamento corporeo che colui che mente- chiosa lo psicologo- mette in mostra quando c’è qualcosa di sbagliato nell’aria e che sta arrivando a loro”.
Altra importante differenza tra grandi e piccoli è lo stato d’animo che segue le bugie. “I bambini quando dicono una falsità poi si preoccupano di averlo fatto, si agitano e non stanno bene con la coscienza- prosegue- mentre gli adulti stanno tranquilli”.
C’è un rischio di emulazione se i genitori sono dei bugiardi? “Dipende dal tipo di bugia- chiarisce Castelbianco-se si tratta di distorsioni della realtà eclatanti (ho visto un dinosauro e per questo non sono potuto andare a scuola ) no. Se sono invece bugie dette a proprio utile: dire una bugia e per coprirla raccontarne un’altra ancora- conclude il direttore dell’IdO-, allora in questi casi l’aver imparato a dire una bugia diventa per loro nel tempo uno strumento, un’arma di difesa o di offesa”.