Alessandro e Leonardo hanno ormai superato i quarant’anni, entrambi hanno alle spalle una lunga storia di cure per lo più trascorsa in strutture o residenze protette con l’assistenza di personale professionale. Ma più del loro passato ad unirli è il presente. Fra pochi giorni andranno ad abitare, da soli, in un appartamento dove, pur continuando ad essere seguiti dai servizi socio sanitari, potranno sperimentarsi in una nuova vita con il sostegno di volontari e amici.
Accade a Modena, al primo piano di una palazzina al civico 46 di via Arezzo 46, dove giovedì 6 febbraio l’assessorato al Welfare del Comune, l’Azienda Usl, le associazioni di volontariato “Insieme a noi” e “Idee in circolo” hanno firmato una convenzione che dà il via libera a progetti di inclusione sociale innovativi rivolti a persone con patologia psichiatrica.
Nella sostanza si tratta della cogestione di esperienze sperimentali di coabitazione fra persone con disagio psichico, finalizzate all’acquisizione di competenze che possano consentire la vita in un contesto autonomo seppur supportato dai servizi.
L’obiettivo primario è favorire la de-istituzionalizzazione e promuovere il benessere psichico e sociale di chi è affetto da malattie mentali, al tempo stesso si intende favorirne l’integrazione e costruire una cultura dell’inclusione insieme a soggetti del privato sociale no-profit e dell’associazionismo.
“Con la sperimentazione che avviamo oggi – sottolinea l’assessora al Welfare Giuliana Urbelli – si amplia ulteriormente la rete a favore delle persone che soffrono di problemi psichiatrici, su cui vi è un investimento programmatico dell’assessorato con l’obiettivo di realizzare progetti di supporto tra pari e di vita indipendente, anche grazie al contributo attivo delle associazioni di familiari e utenti cosiddetti ‘esperti’, oltre che dei servizi. La formula dell’abitare in autonomia – continua Urbelli – consolida la prospettiva del ‘dopo di noi’, che intende dare risposta ai bisogni di disabili adulti che si trovino progressivamente a dover fare a meno del sostegno dei familiari”.
I primi a beneficiare dell’accordo sono appunto Alessandro e Leonardo che stanno per trasferirsi nell’alloggio appartenente al patrimonio di edilizia pubblica del Comune dato in locazione alle associazioni firmatarie della convenzione. I due inquilini a loro volta verseranno una quota mensile per affitto, spese condominiali e utenze. Con il sostegno dei volontari, che proporranno anche occasioni di socializzazione all’esterno, dovranno prendersi cura della loro casa, tenerla pulita e in ordine, fare la spesa e cucinare, rispettare le scadenze e imparare a gestire le spese. Soprattutto dovranno imparare a convivere. Il percorso riabilitativo e il lavoro di cura restano invece in capo al personale dei servizi socio-sanitari di Ausl e Servizi sociali all’interno di un progetto condiviso.
“Il progetto promuove l’inclusione e il benessere psichico e sociale, favorendo l’integrazione e valorizzando la partecipazione della comunità ai percorsi di salute – afferma il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Massimo Annicchiarico. Insieme alle associazioni di volontariato e a tutti i soggetti del territorio, costruiamo una cultura che possa concretamente contrastare la cronicizzazione, l’isolamento e lo stigma degli individui con disagio psichico”.
Per Alessandro e Leonardo è un traguardo importante, frutto del grado di benessere e autonomia raggiunto attraverso un lungo percorso che ora consente un ulteriore passo avanti. Per il sistema sanitario e sociale della città si tratta di una sperimentazione innovativa che potrà avere ricadute importanti, aprendo la strada ad altri percorsi simili rivolti a persone che tuttora risiedono in strutture.
Per la precisione, la convenzione prevede la possibilità di sperimentare il modello di co-gestione in due appartamenti individuati dal Comune di Modena destinati ad ospitare persone seguite dai servizi socio-sanitari al fine di realizzare convivenze di breve periodo (di norma 12 mesi prorogabili a 18), mirate verificare le capacità dei singoli per consentire lo sviluppo della maggior autonomia possibile. Al termine del progetto e laddove ne sussistano le condizioni, gli utenti potranno proseguire la convivenza nel medesimo appartamento.
I servizi sociali e sanitari, in stretta collaborazione con le associazioni, garantiranno un adeguato supporto organizzativo, economico e di cura clinico/relazionale.
Il progetto di coabitazione ha le caratteristiche dell’intervento integrato in quanto prevede l’operatività congiunta di Dipartimento Salute mentale dell’Ausl, Servizio Sociale Territoriale del Comune e associazioni “Insieme a Noi” e “Idee in Circolo” che forniscono sostegno dal punto di vista relazionale, dell’inclusione sociale e della verifica del soddisfacimento dei bisogni personali.
Fonte Er Salute