“L’Italia e’ un paese record per quanto riguarda la denatalita’: si vive piu’ a lungo ma non si fanno figli”. Cosi’ il presidente dell’Istituto superiore di sanita’, Walter Ricciardi, intervistato dall’agenzia Dire in occasione dell’incontro ‘Stili di vita, l’esperienza della sanita’ integrativa’, organizzato oggi a Roma da Federmanager.
“Come fare per risolvere questa situazione? Bisogna assistere i giovani che vogliono fare figli con politiche attive- ha risposto Ricciardi- La Francia su questo insegna: se uno fa due figli si dimezza la tassazione, se ne fa tre non ci sono piu’ tasse; poi i servizi sono incredibili, basti pensare all’asilo nido gratuito per tutti i nuovi nati. Ma pensiamo anche alla Germania: nella zona di Berlino danno addirittura una tata a casa per ogni cittadino”. Ha proseguito Ricciardi: “È chiaro che questi Paesi hanno una fertilita’ importante, mentre il nostro dal Dopoguerra non ha attivato politiche del genere e oggi siamo gli ultimi per quanto riguarda il tasso di fecondita’”. Al sud, intanto, in 15 anni si sono ‘persi’ molti anni in aspettativa di vita. Secondo il presidente dell’Iss, quindi, bisogna “lavorare tutti insieme, istituzioni e cittadini. Soprattutto le istituzioni del sud- ha sottolineato- devono organizzare meglio i propri servizi facendo prevenzione, perche’ in alcuni casi non la fanno: faccio l’esempio dello screening al cancro del colon retto, attivato in tutte le regioni del nord, mentre non ancora in quelle del sud. Ma penso anche agli screening per la prevenzione del cancro della mammella: non attivarli al sud significa che le donne, pur ammalandosi di meno, muoiono di piu'”.
Anche da parte dei cittadini deve pero’ esserci una maggiore attenzione alla prevenzione. “Bastano quattro modifiche comportamentali- ha aggiunto Ricciardi- bere moderatamene, non fumare, fare attivita’ fisica e mangiare regolarmente fa evitare l’86% delle malattie”. Ma dove ‘mettere’ i soldi in prevenzione? “Ci sono evidenze scientifiche che lo indicano- ha risposto ancora all’agenzia Dire il presidente dell’Iss- il Centro nazionale per la prevenzione e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanita’ le sta misurando e diffondendo. Questo va d’aiuto sia alle strutture centrali sia a quelle periferiche. I soldi non sono molti e quindi e’ importante darli soltanto a quelle attivita’- ha infine concluso- che hanno una risposta o efficace o di risparmio”. (Cds/Dire)