Lo rivela uno studio realizzato dalla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma in collaborazione con l’Universita’ di Napoli Federico II e l’Universita’ degli Studi e l’ASST Santi e Paolo di Milano: la stimolazione del midollo spinale determina un miglioramento nell’uso del linguaggio (RED.SOC.)
ROMA – La parola e il linguaggio non sono solo questione di “cervello”: anche il midollo spinale gioca un ruolo fondamentale. Lo studio da poco realizzato dalla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma in collaborazione con l’Universita’ di Napoli Federico II e l’Universita’ degli Studi e l’ASST Santi e Paolo di Milano potrebbe rappresentare una vera e propria svolta nell’approccio diagnostico, terapeutico e riabilitativo all’afasia e ai problemi di linguaggio.
Verrebbe meno infatti un presupposto che abbiamo finora dato per scontato: il cercello ci fa pensar e parlare, mentre il midollo spinale ci fa compiere movimenti “automatici”. Come camminare, sedersi, muovere una mano.
Per questo, le terapie di neuroriabilitazione dei pazienti afasici puntano tradizionalmente ad attivare aree integre dell’emisfero sinistro o aree omologhe dell’emisfero destro, nel tentativo di recuperare il piu’ possibile la funzione andata persa.
Ora la ricerca, pubblicata questa settimana su Frontiers of Neurology smentisce questa teoria e potrebbe rivoluzionare anche la pratica: il recupero del linguaggio potrebbe essere infatti legato anche alla stimolazione del midollo spinale. Il quesito da cui sono partiti i ricercatori riguardava pazienti afasici, persone che hanno perso l’uso del linguaggio.
L’afasia e’ una delle conseguenze piu’ gravi che puo’ provocare una lesione cerebrale come quella causata dall’ictus. Secondo diversi studi pubblicati negli ultimi dieci anni l’incidenza dell’afasia oscilla tra il 21 e il 38 per cento di tutti i casi di ictus. A seguito della lesione dell’emisfero sinistro del cervello che e’ sede della funzione del linguaggio, la persona non e’ piu’ in grado di comprendere il significato delle parole e viene immersa in un mondo di suoni indecifrati che le impediscono di comunicare.
I pazienti sottoposti a sperimentazione, tutti afasici in seguito ad ictus cerebrale sinistro, sono stati sottoposti a una settimana di “stimolazione transcutanea spinale a corrente diretta”, associata a un trattamento del linguaggio per il recupero di verbi e sostantivi e a una settimana di trattamento associata invece a stimolazione placebo. E il risultato e’ stato decisamente positivo: la stimolazione del midollo spinale per venti minuti al giorno ha determinato un miglioramento nell’uso del linguaggio.
“Questo conferma – secondo Paola Marangolo, direttore del Laboratorio di Ricerca sull’Afasia presso la Fondazione Santa Lucia e Professore Associato di Psicobiologia all’Universita’ Federico II di Napoli – che il linguaggio non e’ un sistema confinato nell’emisfero sinistro del cervello, come tradizionalmente si e’ sempre ipotizzato, ma piuttosto una rete distribuita in modo piu’ ampio all’interno del sistema nervoso centrale, che comprende anche strutture cerebrali come il midollo spinale, deputate al controllo del sistema motorio”.
La stimolazione del midollo spinale ha tuttavia portato nel corso della sperimentazione non a un miglioramento nell’uso di qualsiasi parola, ma solo dei verbi. E proprio il fatto che il midollo spinale sia deputato a funzioni di movimento sarebbe la spiegazione di questo effetto selettivo. “Data la stretta associazione tra il verbo e l’azione motoria – prosegue Paola Marangolo – e’ possibile che la stimolazione abbia influenzato l’attivita’ neuronale lungo le fibre ascendenti midollari, modulando le aree sensorimotorie a livello corticale. Queste aree hanno a loro volta attivato nel sistema linguistico le componenti motorie che caratterizzano il significato dell’azione, facilitando appunto la produzione dei verbi. I sostantivi privi di contenuto motorio non hanno invece beneficiato degli effetti della stimolazione”. (www.redattoresociale.it)