Quello sui batteri multiresistenti all’interno delle strutture sanitarie e’ “un pericolo reale e un problema globale nell’agenda G7 dell’Italia”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in occasione degli ‘Stati generali Simit sulla meningite’, in corso oggi a Roma.
“Noi abbiamo lavorato con la direzione generale della Prevenzione- ha proseguito Lorenzin- per realizzare il primo piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici, o ai batteri multiresistenti; e’ stato un lavoro molto approfondito, fatto anche con ispezioni e analisi sul campo, che vedra’ la luce tra pochissimi giorni”. Il piano e’ ad ampio spettro, ha fatto sapere il ministro, e affronta “innanzitutto il tema della messa in sicurezza delle strutture ospedaliere, quindi dei meccanismi di disinfettazione degli ospedali e della sale operatorie, oltre che dell’utilizzo di strumenti innovativi.
Lavarsi le mani, per esempio, e’ un tema importantissimo- ha sottolineato- perche’ e’ il primo elemento di trasmissione delle infezioni, quindi bisogna rispettare tutte le regole e aiutare il personale e anche chi accede agli ospedali. Il secondo aspetto e’ quello invece del consumo degli antibiotici. In questo senso dobbiamo continuare un’azione, gia’ cominciata, che vede pero’ in Italia grandi differenze a livello regionale sul consumo degli antibiotici: abbiamo aree del territorio dove il consumo e’ nella norma europea, mentre in altre aree c’e’ un iper consumo di antibiotici”. Ha aggiunto Lorenzin: “Il problema e’ al livello globale e non riguarda un solo continente. Ovviamente dobbiamo fare bene i compiti anche a casa nostra, per superare le difficolta’ di frammentazione; noi abbiamo infatti ospedali che sono in assoluta sicurezza e che utilizzano il massimo delle tecnologie disponibili, mentre altri meno.
E c’e’ una certa rassegnazione come se pensassimo che questo sia un fatto inevitabile; in realta’ possiamo ridurlo molto con un’azione sinergica a livello nazionale con il coinvolgimento di tutti, lavorando molto sul piano della formazione del personale e sul coinvolgimento di associazioni e pazienti”. Secondo Lorenzin, infine, bisogna far comprendere che “l’antibiotico non si puo’ prendere a casa da soli, senza una visita, una prescrizione medica o senza che sia stato individuato dal medico se la terapia sia quella giusta o serva. Insomma- ha concluso – bisogna fare un grosso lavoro”. (Red/ Dire)