Ogni anno in Italia si registrano 500.000 infezioni ospedaliere che causano più di 5000 decessi. Questo dato è superiore rispetto al numero di vittime che annualmente si registra in incidenti stradali (3381 morti nel 2014). Ad affermarlo è l’Amcli, l’Associazione Microbiologi Clinici Italiani.
Pierangelo Clerici, Presidente Amcli sottolinea che un maggior ricorso alla diagnosi e medicina di laboratorio preventiva è in grado di definire su dati certi il trattamento antibiotico più efficace in base al profilo del paziente e dell’infezione in atto”. Per contrastare un trend di infezioni e decessi in continua crescita, sono due le direttrici suggerite: una maggiore cultura ed una maggiore appropriatezza nella somministrazione di trattamenti antibiotici nei pazienti che realmente ne abbiano necessità.
L’Amcli ricorda che l’antibiotico-resistenza, cioè la capacità dei batteri di evolversi rendendosi sempre più resistenti ai trattamenti antibiotici, è molto più veloce dell’industria farmaceutica nella ricerca di nuove molecole. Ne è la dimostrazione l’identificazione da parte del team di Microbiologia dell’Ospedale Careggi di Firenze, guidato dal Gian Maria Rossolini, di un ceppo di Enterobacter cloacae ultraresistente agli antibiotici. I batteri multiresistenti si stanno anche diffondendo al di fuori degli ambienti ospedalieri.
Secondo una ricerca condotta su base nazionale da Amcli ed in fase di pubblicazione è emerso che RSA e centri di assistenza sono sempre più spesso luoghi di colonizzazione di pericolosi microorganismi responsabili di gravi infezioni. L’8% delle klebsielle isolate da pazienti non ricoverati è infatti resistente alla maggior parte degli antibiotici compresi i carbapenemi.
Di Carlotta Pasquali
FONTE ANSA
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